Ingresso a numero chiuso. Non stiamo parlando di un’università esclusiva o di un qualche altro corso prestigioso, bensì di spiagge. Uno dei patrimoni più importanti del nostro Paese, infatti, è senza dubbio quello delle sue coste. L’Italia può vantare alcune delle spiagge più belle del mondo. Proprio per questo, così come avviene per le opere d’arte, è importante tutelare questo patrimonio.
È questo il principio di fondo che ha portato all’iniziativa di chiudere l’ingresso libero alla spiaggia della Pelosa, in Sardegna. Questo arenile si trova a Stintino ed è senza dubbio una delle spiagge più belle e frequentate dell’isola. Tuttavia, il gran numero di persone che ogni estate la affollano quotidianamente, starebbe pian piano consumandola. A questo si unisce la normale erosione dovuta agli agenti atmosferici.

Numero chiuso e accesso via app
Per questo il Consiglio comunale di Stintino ha dato mandato alla Giunta del comune sardo di elaborare le nuove modalità di accesso. Il periodo di validità è compreso tra il 1 giugno e il 30 settembre dalle 8 alle 18. Ogni accesso alla spiaggia costa 3,5 euro, ma i bambini al di sotto dei 12 anni sono esentati dal pagamento. Saranno permessi fino a 1500 ingressi al giorno e per accedere nella fascia oraria a numero chiuso bisognerà prenotarsi tramite un’apposita app. Tramite la stessa, inoltre, si potrà anche pagare il biglietto d’accesso. Ogni persona potrà prenotare non più di 8 biglietti. Tutte le entrate alla spiaggia verranno controllate da un apposito personale che distribuirà dei braccialetti per identificare chi ha il permesso di entrare in spiaggia. Insomma, un po’ come avviene per chi frequenta i nei priva in discoteca.
La spiaggia Rosa di Budelli
Quella della Pelosa non è la prima spiaggia a ricevere delle tutele particolari in Sardegna. Accade lo stesso da diversi anni, anche per la spiaggia Rosa dell’Isola di Budelli. Situata nell’arcipelago della Maddalena, la spiaggia deve il suo nome al particolare colorito rosato. Questo è dovuto a un microorganismo color rosa che vive nelle conchiglie di alcuni molluschi. Alla morte, i gusci vengono trasportati a riva dove l’azione del mare li sminuzza pian piano dando il caratteristico colorito alla sabbia. Una particolarità unica, perlomeno nel nostro Paese, che in passato ha spinto molti turisti decidere di portare con sé un piccolo “ricordo”. Per fermare questi “saccheggi” che ne mettevano a rischio l’esistenza, dal 1998 sono state introdotte una serie di provvedimenti. A cominciare dal blocco degli sbarchi, fino al divieto di ormeggio e balneazione.
Articolo aggiornato in data 15 Giugno 2022
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