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Un insieme di pergole, siepi, rose rampicanti, alberi di frutti antichi allevati a spalliera e passeggiate tra le essenze naturali. Il giardino di Palazzo Schifanoia è una piccola oasi di verde nel centro di Ferrara.
Il giardino è stato oggetto di una serie di lavori per riportarlo ai fasti di un tempo, così come il palazzo stesso danneggiato in seguito al sisma che ha colpito i territori dell’Emilia nel 2012. Oggi è un museo visitabile che col suo percorso riporta i visitatori indietro nel tempo fino ai fasti delle corti rinascimentali. Sia il giardino che il palazzo, inoltre, fanno parte dei luoghi del Fai (Fondo ambiente italiano).
Indice
Giardino di Palazzo Schifanoia, com’è composto
Al tempo della dominazione della famiglia d’Este a Ferrara era usanza realizzare dei grandi giardini all’interno dei palazzi delle corti. Una tradizione rispettata anche con il giardino di Palazzo Schifanoia. La forma più comune dell’epoca (il palazzo risale al 1385) vedeva grandi spazi d’erba attraversati da sentieri che dividevano lo spazio in quattro parti uguali.
Il giardino è composto da pergole, siepi, rose rampicanti e alberi di frutti antichi allevati a spalliera. Questi ultimi con la loro particolare composizione vanno a creare un effetto che ricorda quello delle quinte di un teatro. Gli alberi presenti sono querce, magnolie, ciliegi da fiore e ciliegi selvatici, betulle, liquidambar e arbusti di noccioli, mentre nel frutteto si trovano peri, meli e susini.

Il restauro e le nuove introduzioni
Oggi, purtroppo, la struttura del giardino di Palazzo Schifanoia è ben diversa rispetto al passato. Dell’originale si sono perse sia le forme che lo disegnavano che le dimensioni iniziali. Inizialmente, infatti, il giardino era cinque volte più grande. I lavori di restauro che hanno permesso a questa oasi verde di tornare ai fasti di un tempo si sono basati sulla pianta di Ferrara realizzata da Filippo Borgatti nel 1597. Manfredi Patitucci, paesaggista ferrarese formatosi alla Birkbeck University di Londra, si è occupato del progetto di restauro.
Ora, oltre al frutteto è visibile un nuovo roseto, con quattro differenti specie di rose che coloreranno le pareti e la pergola di nuova costruzione. Quest’ultima, inoltre, segna un camminamento in senso longitudinale rispetto al perimetro del giardino, come risulterebbe da alcune linee contenute nell’antica planimetria storica.
Palazzo Schifanoia, l’antica dimora degli svaghi

Il giardino è solo una “piccola” parte di uno dei simboli di Ferrara: il palazzo Schifanoia. Costruito nel 1385 per volere di Alberto V d’Este, venne successivamente fatto modificare e ampliare dai suoi successori come Borso d’Este. Il suo nome ha un significato letterale. Vuol dire, infatti, schivare la noia. L’idea iniziale con cui venne realizzato era quella di un luogo dedicato al riposo e allo svago per i membri della famiglia d’Este.
Dopo il terremoto del 2012, per via dei danni riportati, è stato chiuso e oggetto di un prolungato restauro. Oggi ospita un museo che racconta la storia di Ferrara. I visitatori possono ammirare il salone dei Mesi (la stanza più famosa del palazzo), l’ala risalente al 1300 e quella quattrocentesca. All’interno sono esposti quadri, bronzetti, avori, collezioni di ceramiche e medaglie.
La stanza più famosa di palazzo Schifanoia è il Salone dei Mesi realizzato per volere di Borso d’Este. Le pareti sono decorate da un ciclo di affreschi tra i più importanti del XV secolo realizzato da diversi pittori della scuola ferrarese. È composto da 12 sezioni, una per ogni mese dell’anno (oggi sono visibili solo i mesi da marzo a settembre). Queste sono poi divise a loro volta in un’area superiore, una centrale e una inferiore. In alto le raffigurazioni rappresentano il mondo divino, mentre in basso è rappresentata la terra e gli uomini che subiscono il volere degli dei. Al centro, infine, i segni dello zodiaco corrispondenti ai vari mesi.
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Articolo aggiornato in data 24 Maggio 2023
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