Civita di Bagnoregio, la città fra le nuvole al confine tra Lazio e Umbria

La sua posizione, su una collina di tufo, fa sì che con la nebbia alta la città sembri emergere dalle nuvole. Inoltre, a causa dell’erosione della roccia, il borgo è soprannominato anche come “la città che muore”

Avete mai visitato una città fra le nuvole? Se questo è sempre stato il vostro sogno, Civita di Bagnoregio è il posto che fa per voi. Ovviamente, il piccolo paese del Lazio, in provincia di Viterbo, non si trova davvero nel cielo. Tuttavia, può capitare che in alcune mattine, quando è alta la nebbia, la cittadina posta su una collina di tufo, tra due burroni, sembri letteralmente sospesa sopra le nuvole. 

Questa caratteristica attira molti visitatori da ogni parte del mondo. È il turismo, infatti, la principale fonte di sostentamento del borgo, come testimoniano le tante attività commerciali legate al settore della ristorazione che sono stati aperte negli ultimi anni. 

Chiesa di San Donato
La chiesa di San Donato a Civita di Bagnoregio

Un po’ di storia

Il piccolo borgo medioevale di Civita, costituiva inizialmente un unicum con la frazione di Mercato e l’attuale Bagnoregio. Un terremoto, alla fine del 1600, diede origine ai due burroni (il Fossato del Rio Torbido e il Fossato del Rio Chiaro) che separano Civita, lasciandola isolata sul suo colle. Il promontorio, interamente di tufo, è altamente friabile e nel corso dei secoli è andato sempre più a erodersi. Questo ha portato il borgo ad essere soprannominato anche come “la città che muore”.

Oggi, per accedere alla città bisogna percorrere un ponte di cemento armato lungo 300 metri, costruito nel 1965, e interamente pedonale. Il percorso conduce alla porta di Santa Maria, da cui si accede alla cittadina. L’accesso è a pagamento, con il ticket che può essere acquistato, al costo di 5 euro, prima di accedere al ponte.

Cosa vedere

Prima di iniziare il cammino, però, non si può non sostare ad ammirare il paese dalla piazza del Belvedere, intitolata alla memoria dei giudici Falcone e Borsellino. Da qui, è possibile ammirare Civita e tutta la valle sottostante. Nello stesso luogo, si trova la Grotta di San Bonaventura, dove il santo in giovane età, sarebbe stato curato miracolosamente da San Francesco. 

Grotta di San Bonaventura
Interno della grotta di San Bonaventura

A causa delle difficolta di accesso, il borgo di Civita di Bagnoregio si è conservato pressoché intatto, diventando, di fatto, un museo medioevale a cielo aperto. Da non perdere, oltre al Museo Geologico e delle Frane, è la visita al Duomo della città. Si tratta della chiesa di San Donato, costruita nell’omonima piazza e risalente al V secolo d. C.. In origine, l’edificio era in stile romanico, ma nel corso del tempo ha subito alcune modifiche. Al suo interno è possibile ammirare alcuni pregevoli affreschi e un crocifisso ligneo che, ogni anno, il venerdì santo, viene portato in processione per il paese. 

interno della chiesa di San Donato
Interno del Duomo di Civita di Bagnoregio

Un altro luogo da non perdere è “il Giardino del Poeta”. Al suo interno si trova uno dei belvedere più belli della città che si affaccia sulla sottostante Valle dei Calanchi. Il giardino è privato, ma l’accesso è aperto al pubblico. È richiesta, però, un’offerta libera o l’acquisto di un prodotto dell’azienda agricola che si occupa della cura e mantenimento del luogo. 

Valle dei Calanchi
La Valle dei Calanchi dal belvedere del Giardino del Poeta

Location da film

Il paese fa parte del club “I borghi più belli d’Italia” e, alla fine del 2019, è stato proposto per diventare uno dei siti patrimonio dell’Unesco come ci ha confermato il sindaco in esclusiva. La vera bellezza di Civita di Bagnoregio, però, sta nell’atmosfera che si respira. L’aspetto medioevale, pressoché immutato, ha ispirato anche molti registi. Da “La strada” di Federico Fellini, a “I due colonnelli” con Totò, fino al più recente “Racconto dei Racconti” di Matteo Garrone, il borgo di Civita è stato scelto come set naturale di numerose pellicole. Inoltre, uno dei più grandi registi dell’animazione come Hayao Miyazaki, si è ispirato all’originalità del “borgo tra le nuvole” per  il film “Laputa – Castello nel cielo”. 

Articolo aggiornato in data 14 Giugno 2022
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