Alberobello si può definire (senza esagerare) la capitale della Valle d’Itria, porzione della regione Puglia che piace da sempre al turista italiano e straniero. D’estate e d’inverno. E anche in primavera. Alberobello è una tappa fissa per chi scende nel Sud Italia, un posto da vedere e vivere almeno una volta nella vita. Ma forse anche due o tre.
Il centro di Alberobello, infatti, è famoso per la presenza di migliaia di trulli, concentrati soprattutto nel Rione Monti. Non a caso questo borgo è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1996.
Alberobello nell’estate 2020
Siamo stati ad Alberobello questa estate per vedere che aria tirasse. Beh, il turismo va ancora forte: erano tantissimi gli stranieri (soprattutto francesi) e gli italiani che hanno scelto questa località per l’estate del 2020, quella della ripartenza post lockdown. I ristoranti? Pieni. Intenso, poi, il “traffico umano” per le vie del centro.
A volte vi sembrerà di stare dentro Disneyland, a volte di essere stati catapultanti indietro nel tempo, parecchio indietro nel tempo. Fatto sta che il cuore di Alberobello è una chicca unica nel suo genere.
Unicum in Puglia
Perché i trulli si possono vedere un po’ ovunque in Puglia (anche in aperta campagna), ma è impossibile trovare un concentrato di trulli così esteso e ravvicinato. Insomma, un assembramento di trulli. Si contano, infatti, circa 1500 strutture tra Monti e Aja Piccola, lì nel centro di Alberobello.
«La tipologia edilizia del trullo appartiene alle cosiddette architetture spontanee e rientra nella più ampia categoria delle costruzioni in pietra a secco, cioè edificate senza l’aiuto di leganti», si legge nel focus dell’architettura dei trulli sul sito ufficiale di Alberobello. Già, la domanda che tutti si pongono è come facciano a stare ancora in piedi così tanti trulli – in parole povere delle pietre appoggiate una sull’altra – dopo centinaia di anni. Dato tecnico per metterli ancora più a fuoco: già verso la metà del XVI secolo il distretto di Monti era occupato da una quarantina di trulli…
Insomma, si può parlare di antica ingegneria rurale che ha fatto centro e che non conosce la parola decadenza. Del resto, i trulli sono ancora fonte di ricerche e dibattuti. Vengono studiati nei corsi universitari di architettura, soprattutto all’estero.
Cosa vedere in un giorno
Alberobello si gira a piedi nel giro di un giorno. Parcheggiate la macchina e scordatevela. E’ bello perdersi nelle stradine in salita (o in discesa) del Rione Monti e Aja Piccola. Merita una visita il Trullo Sovrano (costo per visitarlo all’interno di 2 euro), l’unico trullo su due piani. Si trova esattamente alle spalle della Chiesa dei Santi Medici Cosma e Damiano.

Imperdibile poi il Trullo Siamese, così come la Chiesa a Trullo, nella parte più alta del Rione Monti, di fronte ad una villa comunale. E’ piccolina ma ha il suo fascino anche all’interno. E’ intitolata a Sant’Antonio.
Esiste, inoltre, il trullo più piccolo di Alberobello, che è stato trasformato in un negozio di souvenir. Per gli amanti delle fotografie e di Instagram c’è anche un terrazza panoramica, preziosa per inquadrare i trulli da una posizione privilegiata.