Italian sounding, ecco le app contro la contraffazione

La tecnologia accorre in aiuto dei consumatori identificando i prodotti 100 per cento made in Italy

Contraffazione e italian sounding addio. Il mondo della tecnologia e delle app, infatti, viene incontro ai consumatori per certificare quei prodotti che sono al 100 per cento made in Italy. Dalle tante dop e prodotti igp, ai vini doc e docg. Realia, Authentico e MammaItalia sono soltanto alcune delle applicazioni che permettono di certificare in assoluta sicurezza l’autenticità di ciò che stiamo mangiando. 

La tecnologia contro l’italian sounding

Grazie a QR code e realtà aumentata i consumatori potranno districarsi agilmente tra i tanti prodotti esposti sugli scaffali di supermercati e alimentari all’estero, evitando così i tanti prodotti italiani contraffatti o spacciati per 100 per cento made in Italy. Andiamo, quindi, alla scoperte di alcune delle app che aiutano a districarsi tra i tanti inganni contro il made in Italy.

Le applicazioni: MammaItalia

MammaItalia si presenta come il primo motore di ricerca che geolocalizza i prodotti alimentari italiani all’estero. Tramite l’app, disponibile sia per utenti iOS che Android, è possibile saper dove reperire un prodotto che stiamo cercando, anche se ci troviamo all’estero. Basterà digitare la propria scelta e l’applicazione mostrerà dove si trova il punto vendita più vicino che vende quello che stiamo cercando. Grazie all’app, inoltre, è possibile accedere alla community composta da tanti altri amanti del cibo italiano, scoprire le ricette della tradizione e acquistare online i prodotti che cerchiamo ricevendoli direttamente a casa.

>>QUI IL VIDEO DI PRESENTAZIONE DI MAMMAITALIA<<

Realia

Combattere l’italian sounding è anche l’obiettivo che si è posta Realia. Come spiegato sul sito, infatti, si tratta di «un servizio innovativo che, tramite la propria app gratuita (disponibile per clienti iOS e Android) ed i servizi dedicati, ti permette di comunicare la reale italianità del tuo prodotto ai tuoi potenziali clienti e contrastare così il fenomeno delle contraffazione». Le aziende possono inserire i loro prodotti nel Cloud di Realia e, quando i clienti li inquadreranno con la loro fotocamera, l’app certificherà che si tratta di prodotti al 100 per cento made in Italy.

LEGGI ANCHE: Agricoltura made in Italy, lanciato l’e-commerce ufficiale

Italian Sounding
Un’immagine dell’app Realia

Authentico

Infine, ultimo ma non ultimo, ecco un altro strumento utile per difenderci dall’italian sounding. Si tratta di Authentico che sfrutta la scansione del codice a barre per verificare se un prodotto è realmente made in Italy. È possibile anche fotografare il codice e poi effettuare la verifica in un momento successivo. Se l’esito dell’analisi darà come risultato quello di un prodotto imitato o contraffatto verrà chiesto se si vuole inviare una segnalazione.

Inoltre, come per l’app MammaItalia, allegate alle informazioni dei prodotti italiani è possibile trovare anche una serie di ricette che si possono realizzare. Come per le precedenti applicazioni, anche Authentico è disponibile sia sul Play Store che sull’Apple Store.

Quanto ci costa l’italian sounding?

La pandemia ha influito pesantemente sul commercio internazionale con conseguenze economiche molto rilevanti. Soprattutto se si parla di prodotti made in Italy e del fenomeno dell’Italian Sounding. I falsi prodotti dell’agroalimentare italiano, infatti, costano al nostro Paese più di 100 miliardi di euro, sottraendo risorse e opportunità di lavoro.

Inoltre, a stupire maggiormente è la notizia che la maggior parte delle contraffazioni si trovano nei Paesi emergenti del G20. A rivelarlo è un’indagine Coldiretti, con l’associazione che in occasione dell’ultimo G20 dell’agricoltura, ha chiesto un intervento immediato contro il fenomeno dell’Italian Sounding per cercare di arginare i danni all’economia nazionale. Ormai il fenomeno ha raggiunto valori pari al doppio delle esportazioni agroalimentari made in Italy.

Italian Sounding
Alcuni prodotti Italian Sounding (foto Uff. stampa Coldiretti)

L’elenco dei prodotti contraffatti

L’elenco presentato da Coldiretti è un insieme “grottesco” di prodotti che di italiano non hanno nulla. Si parte, in rigoroso ordine alfabetico, dall’Argentina. Qui la “specialità locale” sono i formaggi come il Reggianito o il Grana Pampeana. In Australia, invece, è famoso il Perfect Italiano Parmesan. In entrambi i casi si tratta di chiari riferimenti agli originali Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Anche in Brasile non manca una copia della nostra eccellenza, come il Parmesao. Insieme troviamo anche il Caccio Cavalo e salumi come la Mortadela. Spostandosi in Canada, invece, ecco prodotti come il Veneto Salami o formaggi “made in acero” per finire con il kit di polveri per il Chianti. In Cina hanno successo le passate di pomodoro come il Gino Tomato Paste o il Ciao Doppio Concentrato con cui, magari, condire un piatto di pasta come i Chapagetti della Corea del Sud o i Tortellonis del Messico.

LEGGI ANCHE: Made in Italy, come avere la certificazione 100 per cento

Inoltre, ricorda la Coldiretti, anche «l’asse franco-tedesco è attivo nel campo dei tarocchi alimentari tra Spaghetti Bolognese e Torti carbonara rigorosamente transalpini e Cambozola, Zottarella e (storpiature dei nostri gorgonzola e mozzarella) germanici, così come Perisecco e Meer Secco parenti poveri del vero Prosecco», altro prodotto fortemente colpito dal mercato dei falsi. «Neppure i turchi disdegnano di fare una mozzarella, ma tra i nuovi taroccatori ci sono pure i russi, dove per soddisfare la fame di italianità dopo l’embargo sui prodotti tricolori è nata una fiorente industria tra Parmesan Dolce e salame Milano». E nei mercati inglesi e statunitensi non mancano kit per produrre formaggi e vini. Così, spiega l’associazione, «il risultato è che per colpa del cosiddetto Italian Sounding, nel mondo più due prodotti agroalimentari tricolori su tre sono falsi senza alcun legame produttivo ed occupazionale con il nostro Paese».

Gli “orrori” nei piatti

Secondo le stime di Coldiretti, fermare il falso made in Italy permetterebbe la creazione di 300mila posti di lavoro nel nostro Paese. Inoltre, l’associazione denuncia come a colpire l’immagine dell’Italia all’estero ci siano anche tanti ristoranti italiani che servono alcune delle nostre ricette più famose utilizzando prodotti taroccati e con nomi falsi.

Italian Sounding, pizza con ananas
Una pizza con l’ananas

«Come l’abitudine belga di usare la panna al posto del pecorino nella carbonara, quella tedesca di impiegare l’olio di semi nella cotoletta alla milanese, quella olandese di non usare il mascarpone nel tiramisù, fino agli inglesi che vanno pazzi per gli spaghetti alla bolognese che sono del tutto sconosciuti nella città emiliana mentre gli americani utilizzano il parmesan al posto di Parmigiano Reggiano e Grana Padano». E ancora «la tipica caprese servita con formaggio industriale al posto della mozzarella di bufala o del fiordilatte, mentre non mancano i casi di pasta al pesto proposta con mandorle, noci o pistacchi al posto dei pinoli». Il colpo finale è uno dei piatti che più ci contraddistingue: la pizza. All’estero, infatti, viene servita nelle versioni più assurde come quella col pollo o con con l’ananas.

LEGGI ANCHE: Giornali italiani: l’elenco aggiornato

Articolo aggiornato in data 30 Ottobre 2022
© Riproduzione riservata