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Uno sguardo su quel che poteva essere. Si potrebbe sintetizzare così, in estremo, il film “Da domani mi alzo tardi” che “riporta” sugli schermi la figura di Massimo Troisi. La pellicola esce nel 2023 in occasione dell’anniversario dei 70 anni dalla nascita di Troisi (nato il 19 febbraio 1953) ed è stata recentemente riproiettata nel corso di due eventi alla Camera dei Deputati e al Senato.
Il film è anche una sorta di omaggio alla figura di Troisi da parte di due persone che hanno avuto una parte importante nella sua vita. Il regista, Stefano Veneruso, è nipote di Troisi ed è stato assistente alla regia nel film “Il Postino”, la sua ultima pellicola girata. Da domani mi alzo tardi, inoltre, è tratto dal libro omonimo scritto da Anna Pavignano, storica sceneggiatrice di tutti i film di Troisi e compagna dell’attore.
E sono proprio quelle pagine che hanno dato l’idea a Stefano Veneruso di realizzare questo film. «Per me – ci spiega – dalla lettura del romanzo mi sembra di averlo vissuto in una nuova vita. È un sogno perché quando ho letto il libro l’ho subito rivisto».
Da domani mi alzo tardi, dal libro al film
Non si tratta di un lavoro biografico e documentaristico, bensì di un’opera di fantasia sul grande attore e comico napoletano. Come si legge all’inizio della pellicola, “Da domani mi alzo tardi è ispirato alla personalità e dalla vita di Massimo Troisi. Questo film lo immagina in un’età matura che la sorte non gli ha concesso di vivere”.
Veneruso ricorda il profondo rapporto che lo lega a suo zio Massimo. «Ho avuto il privilegio di viverlo come un fratello maggiore, perché lui aveva un rapporto fortissimo con mia madre per cui ha vissuto molto la mia casa sia a Napoli che a Roma. Quindi per me dal romanzo di Anna l’ho sentito ancora più fortemente vicino. Per cui ho pensato che se per me l’effetto è questo, che ho avuto già questo privilegio, per gli spettatori, per il pubblico, potrebbe essere un modo anche per chi non lo conosce o per chi lo ama di scoprire una parte di queste due personalità: perché sono l’Anna di Massimo e il Massimo di Anna veramente a 360 gradi. Abbiamo raccontato in maniera così profonda e così fedele io nell’arco di un film, Anna di un romanzo, questa unione bellissima».
A interpretare le figure di Massimo e Anna, sullo schermo, sono gli attori John Lynch (doppiato da Giovanni Esposito) e Gabriella Pession, mentre il tema principale della colonna sonora del film è l’inedito di Pino Daniele “Sirenuse”. Un modo, quest’ultimo, per ricordare il sodalizio tra i due artisti e amici Daniele e Troisi.
L’importanza del ricordo
Nel film si trova riassunta solo una parte del libro omonimo scritto da Anna Pavignano. L’autrice e sceneggiatrice, nel corso di un evento, ha ricordato i motivi che hanno portato alla stesura del testo. «Questo libro – spiega – l’ho scritto per ricordarlo, ma anche per un’esigenza mia. Avevo bisogno di parlare di lui, perché, come tutti quando perdiamo una persona cara e importante nella propria vita, sentiamo poi il bisogno di rientrare nei ricordi».
Anna Pavignano ha parlato anche delle emozioni provate durante la scrittura di “Da domani mi alzo tardi”. Sensazioni che si augura si siano riversate nello schermo. «Devo dire che per me scrivere il libro è stata un’esperienza forte perché è come se attraverso il suo ricordo lui fosse realmente in qualche modo tornato. L’ho sentito vicino. E spero che questa emozione che ho avuto scrivendo sia riuscita a trasmetterla attraverso il libro e anche che in qualche modo sia passata nel film».
E oltre a quest’ultima pellicola, la Pavignano ricorda l’importanza di continuare a guardare i film di Troisi: «È il modo migliore per ricordarlo e soprattutto per continuare a coltivare in qualche modo quello che è stato il suo messaggio». Un invito raccolto prontamente da Giorgio Zinno, sindaco di San Giorgio a Cremano, paese natale dell’attore, che ha ricordato il suo impegno affinché i tanti film siano visti e analizzati nelle scuole.
Troisi oggi
La pellicola “Da domani mi alzo tardi” contiene tanti richiami alla figura di Troisi attore, con piccoli rimandi ad alcune delle pellicole girate. E una domanda rimane in attesa di risposta. Cosa avrebbe pensato Troisi del mondo di oggi? Al quesito, posto anche al Troisi/Lynch sullo schermo, prova a rispondere il regista Stefano Veneruso: «È una bella domanda – ci spiega a margine di una delle proiezioni – infatti l’ho lasciata come tale nel film. Lui aveva una prospettiva talmente originale e singolare sulle cose che è difficile rispondere. Credo che sia stata la sua grande particolarità quella di vedere le cose in un modo unico, originale e con coraggio. Aveva questa sua chiave ironica che metteva chiunque sugli attenti».
Un fare pressoché unico che, prosegue Veneruso, oggi «manca totalmente». E ricorda uno dei suoi insegnamenti: «Mi ha sempre detto poche cose, però ricordo “L’improvvisazione non si improvvisa”. E lui di questo era un maestro. Nel film “Il Postino” sono stato accanto a lui da mattina a sera e lui aveva dentro Mario Ruoppolo, il personaggio del Postino. Non arrivava sul set con la sceneggiatura in mano, questo è un fatto incredibile. Lui aveva tutto dentro, si informava sulla scena che avremmo girato e qualche dettaglio gli bastava. Era qualcosa di eccezionale».
Articolo aggiornato in data 21 Settembre 2023
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