Ghiacciaio del Miage, dal 2008 persi 100 miliardi di litri d’acqua

L’allarme è stato lanciato al termine della nuova spedizione di Greenpeace e del Comitato Glaciologico Italiano. «Dal 2008 persi oltre 100 miliardi di litri d’acqua, a rischio anche l’agricoltura»

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Greenpeace Italia e il Comitato Glaciologico Italiano (CGI) hanno concluso la seconda parte della spedizione su due dei più estesi ghiacciai italiani: il ghiacciaio dei Forni e il ghiacciaio del Miage.  Una sedizione volta a per monitorare lo stato di conservazione di questi giganti di ghiaccio, minacciati dall’aumento delle temperature globali.

La seconda tappa si è svolta dal 31 agosto al 2 settembre sul ghiacciaio del Miage, che si trova nel versante italiano del massiccio del Monte Bianco, in Valle d’Aosta, al termine di un’estate segnata da ondate di calore eccezionali e temperature record, al punto che luglio che è stato il mese più caldo mai registrato a livello globale. Il Miage è il più grande “ghiacciaio nero” (ovvero ricoperto da detriti) delle Alpi, e uno dei tre ghiacciai italiani con una superficie superiore a 10 km quadrati. La spedizione aveva l’obiettivo di misurare la fusione annuale del ghiacciaio.

La prima tappa della spedizione al ghiacciaio dei Forni, in Alta Valtellina, nel Parco Nazionale dello Stelvio, si è svolta dal 21 al 24 agosto durante l’eccezionale ondata di calore che in quegli stessi giorni aveva sconvolto le alte quote di tutta Italia.

Ghiacciaio del Miage, allarme dalle misurazioni

I risultati ottenuti dall’osservazione delle condizioni del ghiacciaio del Miage sono allarmanti. Come racconta Walter Alberto, operatore glaciologico per il ghiacciaio del Miage e membro del CGI, «le misure effettuate fino ad oggi ci dicono che negli ultimi 14 anni il ghiacciaio del Miage ha perso complessivamente oltre 23 metri di spessore a causa della crisi climatica. Purtroppo, temiamo che il monitoraggio di quest’ultima spedizione ci restituirà una fotografia ancora peggiore. Se la situazione non cambierà, qui come nel resto dei ghiacciai alpini, perderemo grandi masse di ghiaccio e preziose risorse idriche. Ciò significa che avremo a disposizione sempre meno acqua dolce durante le estati secche e calde dei prossimi anni».

Dal 2008 al 2022 il ghiacciaio del Miage ha perso 100 miliardi di litri d’acqua. Per avere un’idea, si tratta di un quantitativo di poco inferiore all’acqua potabile erogata ogni anno all’intera città di Milano. Rispetto alla perdita di superficie, il ritiro dei ghiacciai sul massiccio del Monte Bianco è visibile a colpo d’occhio: basti pensare, ad esempio, che nei primi anni Duemila le fronti dei ghiacciai si trovavano circa 500 metri più a valle.

Le condizioni dei ghiacciai italiani

Non è solo il ghiacciaio del Miage a versare in condizioni preoccupanti. Il problema del surriscaldamento, infatti, coinvolge anche altre zone montane del nostro Paese rendendo evidente la necessità di intervenire quanto prima. 

«I ghiacciai italiani che si fondono sempre più rapidamente sono l’ennesimo sintomo di un’emergenza climatica senza precedenti, accelerata dalla nostra dipendenza dai combustibili fossili. Dobbiamo smettere al più presto di estrarre e bruciare petrolio, gas e carbone e promuovere le fonti rinnovabili, se non vogliamo assistere a stravolgimenti senza precedenti», dichiara Elisa Murgese, Investigations Officer di Greenpeace Italia, presente alla spedizione. 

«Per limitare inoltre la perdita delle nostre riserve d’acqua è urgente ridurre le emissioni di gas serra e proteggere gli ecosistemi chiave per il ciclo dell’acqua come i ghiacciai riducendo gli sprechi di risorse idriche, a partire dai settori a più alto consumo, come l’agricoltura intensiva praticata nel distretto del Po, legata in particolare alle coltivazioni mangimistiche».

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Le conseguenze

Lo scioglimento dei ghiacci provocherà conseguenze che influenzeranno anche altri settori come, d esempio, l’agricoltura. Come spiega Luigi Perotti, segretario generale del CGI, «la riduzione della disponibilità idrica dei serbatoi glaciali obbligherà il sistema agricolo a cambiare le abitudini, i tempi e le quantità di acqua usata nell’irrigazione, in particolare per i sistemi agricoli della Pianura Padana, come le risaie e le coltivazioni di mais. Inoltre, una seconda conseguenza della fusione dei ghiacciai è legata alla sicurezza: infatti, l’acqua di fusione dei ghiacciai può raccogliersi in laghi, che a loro volta possono tracimare in maniera improvvisa e pericolosa nella zona sottostante. In generale, le aree lasciate libere dai ghiacci possono diventare a rischio e, come dimostrano anche alcuni tragici eventi di cronaca, rendere la montagna un territorio non più per tutti».

ghiacciaio del Miage

Articolo aggiornato in data 7 Settembre 2023
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