Scuole chiuse fino al 15 marzo, sospensione di convegni e meeting. Inoltre, stop a manifestazioni ed eventi pubblici e privati con un numero di persone tale da non permettere l’esistenza di una distanza di sicurezza di almeno un metro gli uni dagli altri.
Sono queste le principali disposizioni contenute nel decreto varato dal governo per arginare la diffusione del contagio del nuovo Coronavirus Covid-19. Misure necessarie, ma che non possono non avere delle ripercussioni sull’economia e sulle aziende. A cominciare dai grandi eventi sia in Italia che in Europa. Basti pensare al Salone dell’auto di Ginevra o al Mobile World Congress di Barcellona, annullati. O al Vinitaly di Verona e al Salone del Mobile di Milano che, da aprile, sono stati posticipati a giugno. E i rinvii riguardano anche la stessa vita politica. Infatti, il referendum sul taglio del numero dei parlamentari, non si terrà più il prossimo 29 marzo, ma in una nuova data ancora da definire.
Aiuti alle imprese
A questo si aggiungono le tante prenotazioni disdette in alberghi e altre strutture ricettive in tutta Italia. Una situazione, dovuta alle notizie sulla diffusione del nuovo Coronavirus, che si ripercuote in tanti altri settori oltre che in quelli collegati al turismo. Proprio per questo il governo, come spiegato dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha deciso lo stanziamento di 716 milioni per aiutare le aziende in difficoltà e rilanciare il made in Italy.
Inoltre, come spiegato in conferenza stampa a Palazzo Chigi dal premier, Giuseppe Conte, e riportato sulla sua pagina Facebook, «il governo ha stanziato 7,5 miliardi di euro per aiutare concretamente famiglie, lavoratori e imprese».

Gestione dell’emergenza
La situazione economica del Paese genera preoccupazione negli italiani, allarmati oltre che dall’emergenza sanitaria anche dalle possibili conseguenze sul proprio lavoro. È questo che emerge dai dati diffusi dall’Osservatorio dell’Istituto Swg. In una serie di sondaggi realizzati tra il 26 e il 28 febbraio, è stata analizzata l’opinione dei cittadini in merito alla gestione della crisi dovuta al nuovo Coronavirus Covid-19.
Riguardo la gestione dell’emergenza da parte delle istituzioni sanitarie, il 68 per cento degli intervistati (un campione rappresentativo nazionale di 1200 individui maggiorenni) pensa che si stia operando bene, nonostante le iniziali incomprensioni fra Governo e Regioni. Tuttavia, il 60 per cento (che sale al 66 tra gli occupati) ritiene che le decisioni prese non abbiano tenuto conto dei possibili danni all’economia del Paese.

Timori per l’occupazione
Inoltre, il 53 per cento delle persone occupate ha paura di possibili conseguenze negative sull’azienda in cui lavora. E il 44 per cento teme di perdere il proprio posto per gli effetti negativi provocati dalla gestione dell’emergenza per il Covid-19.
Articolo aggiornato in data 22 Ottobre 2021
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