Olio di Roma, dai terreni del Colosseo alla conquista del mondo

Un'oasi di 189 piante di ulivo nel Parco archeologico del Colosseo per la produzione dell'extravergine degli antichi romani. Questo sarà identificato da un’apposita etichetta “Palatinum” ispirata ad un antichissimo disegno di un pavimento a mosaico della Casa dei Grifi sul Palatino

Un’oasi di ulivi accoglierà i turisti nella Capitale. Al Colosseo, il monumento più famoso di Roma, ecco un’area con 189 piante per l’olio extravergine degli antichi romani. E la Coldiretti, in collaborazione con Unaprol, ha realizzato al Parco archeologico del Colosseo la cura degli alberi e la raccolta delle olive. Queste saranno utilizzate per la produzione dell'”Olio di Roma”, identificata da un’apposita etichetta “Palatinum” ispirata ad un antichissimo disegno di un pavimento a mosaico della Casa dei Grifi sul Palatino.

L’iniziativa di raccolta si è svolta nel pieno rispetto del loro ruolo paesaggistico e del contesto storico, con la produzione di un olio unico al mondo. Si tratta, spiega la Coldiretti in un comunicato, del primo evento del 2021 «che unisce cultura ed enogastronomia per la ripartenza del turismo e le nuove aperture delle frontiere grazie al green pass vaccinale».

Raccolta delle olive al Colosseo
Raccolta delle olive nel Parco Archeologico del Colosseo (foto da Ufficio stampa Coldiretti)

Gli ulivi della Capitale

Nel Parco archeologico del Colosseo nel paesaggio del Colle Palatino sono presenti ulivi di diversa epoca come accadeva nell’antichità. I romani, ricorda la Coldiretti,  contribuirono più di ogni altra civiltà alla diffusione dell’ulivo e al perfezionamento delle relative tecniche di coltivazione e di estrazione. Le loro tecniche e gli strumenti utilizzati sono rimasti quasi invariati fino al XIX secolo. Inoltre, i romani per primi classificarono gli oli in base alle loro caratteristiche organolettiche.

L’ulivo era la pianta consacrata a Minerva. Secondo il mito, infatti, la dea ne fece dono agli uomini quando, colpendo la terra con la sua lancia, fece nascere dalla terra il primo albero di olive.

L’olio di Roma

Ora, prosegue Coldiretti, «il via libera alla prima denominazione “Olio di Roma” rafforza il primato mondiale del Made in Italy nella produzione di extravergine di qualità grazie al maggior numero di denominazioni riconosciute in Europa (43 Dop e 4 Igp) e il più vasto tesoro di biodiversità del mondo». L’Italia, infatti, «può contare su 533 varietà di olive contro le appena 70 degli spagnoli che hanno una produzione di massa quasi sei volte superiore».

Sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il via libera, a livello nazionale, alla protezione transitoria alla denominazione Olio di Roma. A questo si aggiunge la richiesta di registrazione alla Commissione europea come indicazione geografica protetta (Igp).  Come sottolinea Coldiretti, «la denominazione Olio di Roma Igp riguarderà 316 comuni del Lazio» di cui 107 nel territorio della Città Metropolitana di Roma Capitale. Gli altri sono 27 in provincia di Latina, 35 in provincia di Rieti, 60 in provincia di Viterbo, 87 in provincia di Frosinone. La produzione totale è «di circa 75mila tonnellate di olive e 10.550 tonnellate di olio ogni anno, per un valore economico complessivo di quasi 52 milioni di euro».

Alla ricerca di prodotti tipici

Il nostro Paese è tra i più importanti al mondo per il turismo enogastronomico, un settore che vale più di 5 miliardi. Inoltre, la maggior parte dei turisti italiani (il 55 per cento) ha tra le principali motivazioni nei suoi viaggi il cibo. Un dato che, negli ultimi tre anni ricorda David Granieri, vice presidente di Coldiretti, si è triplicato. Inoltre, aggiunge, «la ricerca dei prodotti tipici  è un ingrediente irrinunciabile delle vacanze in un Paese come l’Italia che può contare su 418 “Sigilli di Campagna Amica” nel 2021, da scoprire durante l’estate grazie alla più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata in Italia dagli agricoltori durante la pandemia». Si tratta di tutte specialità tipiche che possono essere scoperte nei tanti mercati contadini e negli oltre 24mila agriturismi nazionali. Strutture che, grazie agli ampi spazi di cui dispongono, possono garantire il giusto distanziamento per una maggior sicurezza.

Articolo aggiornato in data 20 Luglio 2022
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