Come riconoscere dei veri prodotti made in Italy? Soprattutto all’estero, infatti, sono tante le contraffazioni e i prodotti che cercano di imitare le produzioni del nostro territorio a cominciare dai prodotti che arrivano sulla tavola.
Secondo stime della Coldiretti, infatti, il cosiddetto “italian sounding” ha visto un aumento record del 70 per cento nell’ultimo decennio. Dalle parole (com il fantomatico Parmesan), ai colori della bandiera italiana, fino ai nomi delle località, tutto questo e molto di più viene utilizzato per far credere agli ignari consumatori che un prodotto è certificato made in Italy. I danni, inutile a dirlo, sono particolarmente ingenti e, come ricorda la Coldiretti, ammontano a più di 100 miliardi.
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Spesso, inoltre, i prodotti contraffatti non rispondono ai tanti controlli sulla sicurezza diventando così un rischio anche per la salute dei consumatori. Questo pericolo accomuna 2 italiani su 3 che hanno paura della contraffazione dei prodotti made in Italy che arrivano sulle nostre tavole.
Made in Italy, quali sono le certificazioni e chi le rilascia
Riconoscere un prodotto garantito made in Italy è semplice. Basta cercare, anzitutto, il marchio di garanzia. A rilasciarlo è il ministero per le Politiche Agricole e Forestali e le sigle sono tre: Dop, Igp, Stg. Come si ricorda sullo stesso portale del ministero, quest’ultimo «si impegna quotidianamente, in sinergia con i Consorzi e gli Organi di Controllo, a garantire ai consumatori la qualità prevista nei disciplinari di produzione, attraverso controlli sulla filiera, lotta alla contraffazione, lavoro a fianco dell’intero Ecosistema». Inoltre, il nostro Paese conta ben 823 prodotti made in Italy(divisi tra 524 vini e 299 prodotti agroalimentari) a denominazione di origine e indicazione geografica riconosciuti dall’Unione europea, risultando lo Stato con il numero più alto.
Prodotti Made in Italy: la registrazione

Registrare un prodotto Dop (denominazione di origine protetta) o Igp (indicazione geografica protetta) richiede una serie di procedure da rispettare. Innanzitutto, possono presentare domanda gruppi di produttori e/o trasformatori di un territorio delimitato che trattano il prodotto per cui si richiede la registrazione. La documentazione va presentata al Mipaaf, alla regioni e ai territori di produzione di quel che si vuole registrare. I documenti principali sono: «l’atto costitutivo e/o statuto dell’associazione; la delibera assembleare di riferimento; il disciplinare di produzione; il nome, indirizzo e recapiti dell’organismo di controllo; tre relazioni (storica, tecnica e socio-economica); la cartografia in scala adeguata a consentire l’individuazione precisa della zona di produzione e il Documento Unico».
In seguito, si procede alla valutazione della domanda dapprima da parte della regione interessata che trasmette le sue valutazioni entro 90 giorni al Ministero. Questo effettuerà a sua volta le proprie osservazioni entro 90 giorni comunicando alle regioni e a chi effettua la richiesta le sue considerazioni. Il soggetto interessato potrà rispondere entro 60 giorni. Se l’esito è positivo, si procede alla stesura finale del disciplinare di produzione che sarà poi pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Bisognerà infine attendere il benestare della Commissione europea che esamina la richiesta entro 6 mesi dal ricevimento della comunicazione del Mipaaf. In caso di esito positivo, il documento unico e il disciplinare vengono pubblicati nella Gazzetta Ufficiale europea. Se non si verificano opposizioni nei 3 mesi successivi viene, quindi, registrato il nome.
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Prodotti Made in Italy: le denominazioni Doc e Docg
In questo caso, si parla di riconoscimenti attribuibili a prodotti vitivinicoli a Dop. Si tratta di Denominazione di origine controllata (Doc) e Denominazione di origine controllata e garantita (Docg). In particolare, si legge sul sito del Ministero, «la sigla DOCG è riservata a vini già riconosciuti a DOC da almeno 7 anni, che siano ritenuti di particolare pregio per le caratteristiche qualitative intrinseche e per la rinomanza commerciale acquisita». Il riconoscimento Igp (Identificazione geografica protetta), riguarda «una specifica area geografica che serve a designare un prodotto vitivinicolo, che possiede qualità, notorietà o altre peculiarità attribuibili a tale area geografica, da dove provengono per almeno l’85 per cento le uve, ed in cui avviene la produzione».

Certificazioni Made in Italy: come ottenerle
Per ottenere il riconoscimento per i prodotti made in Italy, la domanda presentata deve contenere una serie di informazioni tra cui: il nome del prodotto, del richiedente, disciplinare di produzione e il Documento Unico riepilogativo. Gli altri contenuti da presentare sono specificati nell’art. 4 del DM 7 novembre 2012 (par. dall’1 al 4).
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La regione invia al Ministero la domanda, e questo la esamina entro 90 inviando le sue valutazioni. In seguito, entro 60 giorni il Ministero convoca la riunione di pubblico accertamento, dopo la quale il disciplinare di produzione è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Dopo ulteriori 60 giorni, se nessuno ha presentato opposizione, il Mipaaf pubblica il disciplinare di produzione e trasmette alla Commissione europea la domanda di protezione. Se tutti i requisiti richiesti sono soddisfatti il documento unico e il disciplinare vengono pubblicati sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue. Trascorsi 2 mesi, in cui si può presentare opposizione, sul sito del Ministero e sulla Gazzetta Ufficiale italiana è pubblicato il testo del disciplinare approvato dalla Commissione europea.
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Articolo aggiornato in data 16 Maggio 2023
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