Fercam Echo Labs, cosa è e cosa fa 

L’idea che sta alla base di Fercam Echo Labs è semplice e lineare: perché non ridare vita alle assi di legno ancora integre dei pallet? Così è nata l’intuizione di creare un laboratorio permanente. Non solo. Di dare lavoro a tempo indeterminato a un gruppo di migranti richiedenti asilo e quindi di mettere a punto il progetto pilota. L'intervista a Luigi Cuppone di Laboratorio Linfa

Un’isola felice. Si chiama Fercam Echo Labs, è un’impresa sociale senza scopo di lucro che si occupa di sostenibilità e inclusione. Batte sotto la bandiera di Fercam, società leader della logistica e dei trasporti, di cui è un ingranaggio speciale. L’idea di Fercam Echo Labs è di Dino Menichetti, regional manager di Fercam. Il quartiere generale si trova a Roma.  L’impresa si autosostiene nel modo giusto. Non per fare utili, ma per finanziare progetti che vanno a braccetto con il sociale.  

L’impulso che sta alla base di Fercam Echo Labs è semplice e lineare: perché non ridare vita alle assi di legno ancora integre dei pallet? L’alternativa principale era smaltirle, mandare il materiale in discarica. Così è nata l’intuizione di creare un laboratorio permanente. Non solo. Di dare lavoro a tempo indeterminato a un gruppo di migranti richiedenti asilo e quindi di mettere a punto il progetto pilota. Ecco, dunque, la realizzazione di un’area break a disposizione dei dipendenti e dei collaboratori presso il centro di distribuzione Fercam di Roma con materiali recuperati.

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Da lì in poi sono nate collaborazioni con aziende private (per esempio Electrolux), con il settore pubblico, anche con le scuole. Fercam Echo Labs è cresciuta e va avanti a testa alta nel nome della sostenibilità a 360°.  

Fercam Echo Labs con Laboratorio Linfa

Fercam Echo Labs, Luigi Cuppone di Laboratorio Linfa
Luigi Cuppone di Laboratorio Linfa

È nato a Sannicola, vicino Lecce, ha studiato a Roma  nell’università dove adesso insegna (Isia) e vive ad Orte con la famiglia. Si chiama Luigi Cuppone, di mestiere fa il designer e ha una passione sfrenata per il legno. «Alle superiori lavoravo nelle botteghe che stanno piano piano scomparendo: non ho mai smesso». Soffre quotidianamente il mal d’Africa («esiste, eccome se esiste», ci ha confidato) dopo un viaggio che gli ha cambiato la vita in Mali. Luigi Cuppone è il co-fondatore di Laboratorio Linfa e si è buttato anima e corpo nel progetto Fercam Echo Labs.     

«L’incontro è nato perché una volta sono stato invitato a gestire la formazione di alcuni ragazzi richiedenti asilo, africani, in un workshop che si doveva sviluppare lì in Fercam. Io ovviamente ho aderito perché abbracciavo sia le mie passione che sono la sostenibilità e il legno, sia il fatto di lavorare con degli africani. Per me era un sogno. Quindi sono partito con questa collaborazione».

«Dopodiché Dino Menichetti, che è il regional manager di Fercam e il creatore di Fercam Echo Labs, mi ha proposto di creare un feeling con loro, di essere un loro consulente per aiutarli sia nella formazione che nel far nascere i primi progetti. Io ovviamente ero felicissimo perché non ci credevo nemmeno. Nel senso che mi ha stupito che un’azienda così grossa potesse avere delle persone così sensibili al tema ambientale. Perché quando tu produci se non fai delle scelte estremamente sostenibili per me sbagli».

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Ecologia vera

Luigi Cuppone è l’uomo della sostenibilità. Sostanzialmente è colui che progetta come reintrodurre il legno nella filiera attraverso un gruppo di lavoro. Perché quei pallet sarebbero finiti in discarica oppure presi da aziende che producono pannelli truciolati. 

«Secondo me l’ecologia ci dice che dobbiamo riutilizzare al meglio il materiale così com’è. La lavorazione necessita della presenza dell’uomo. Sempre. Perché l’uomo deve vedere e capire se quel materiale è resistente o meno. E se va bene per una lavorazione o un’altra. Noi quello che facciamo in Fercam Echo Labs è cercare di utilizzare tutto il legno possibile che smontiamo dai pezzi più grandi a livello strutturale per dei mobili, ai pezzi più piccoli per farci anche delle opere d’arte, o dei pannelli fonoassorbenti, o delle tarsie decorative che portano il materiale ad avere un grande salto a livello di upcycling. Cioè, il valore di quell’oggetto è molto più alto perché quello è uno scarto piccolissimo che sicuramente sarebbe andato in discarica o nel fuoco».

«Io invece ti faccio un’opera che tu paghi anche tremila euro con dentro un rifiuto. E quindi è un po’ una sfida di valorizzare al meglio attraverso le capacità dell’uomo. Che deve riconoscere i valori estetici, funzionali di quel materiale e valorizzarli al meglio. Quindi ecco perché ci vuole una formazione lunga dei ragazzi».

Lavoro e amicizia

Già, i ragazzi di Fercam Echo Labs. Karim dal Burkina Faso, Sebastian dalla Nigeria e Aladji dal Sengal. Lavorano a stretto contatto con Luigi Cuppone. Tra loro è nata anche un’amicizia.

Fercam Echo Labs laboratorio

«Con loro mi trovo benissimo. Il mio approccio è sempre quello di essere estremamente tollerante anche se faccio il serio. Non sono quello che impone una scelta senza giustificarla – chiude Luigi Cuppone – Penso che sia sbagliato sia con i figli che con le persone con cui lavori o insegni. Quindi motivare sempre o lasciarli sbagliare perché si impara così. E quello sbaglio è proprio vivere su se stessi le cose».

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Articolo aggiornato in data 9 Maggio 2023
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