Il bello del nostro Paese sta nella sua varietà. Di luoghi da visitare, storie da ascoltare e prodotti da conoscere e, soprattutto, preservare. L’Italia, infatti, è uno dei Paesi con la maggior varietà di prodotti dell’agricoltura. Questo è dovuto alla sua conformazione morfologica. Il suo essere stretta e lunga, quindi, la rende un Paese con più latitudini con climi diversi, seppur mitigati. L’importanza della biodiversità è data dal fatto di poter contare su prodotti che riescano a sopravvivere a seconda delle condizioni climatiche che intervengono o di resistere ad altri fattori esterni.
Purtroppo, nel tempo, alcune coltivazioni sono andate perdendosi. Altre invece, sono state recuperate grazie alla tenacia di alcuni agricoltori. Una di queste è un prodotto tipico della storia agricola dell’Umbria: il fagiolo di Camerata di Todi.

Caratteristiche e usi
Si tratta di un prodotto appartenente, come tutti i fagioli, alla famiglia delle leguminose. «Ha delle grosse potenzialità» spiega Fabio Stagnari, professore di Agronomia e coltivazioni erbacee all’Università degli studi di Teramo. Il professore, infatti, ricorda come questa specie, oltre che molto produttiva, è anche in grado di adattarsi riuscendo a resistere agli stress climatici. Normalmente, aggiunge Stagnari, «il fagiolo è una specie che necessita di molto calore. Questa, però, si adatta bene alle escursioni termiche perché la zona in cui si è sviluppata è caratterizzata da forti escursioni termiche dal giorno alla notte».

Questi stress climatici a cui è sottoposto, conferiscono al fagiolo di Camerata di Todi delle qualità uniche tra cui il suo sapore, particolarmente delicato che lo rende molto appetibile. Inoltre, come riporta la scheda relativa a questa leguminosa, realizzata dal 3A-PTA (parco tecnologico agroalimentare) dell’Umbria, che da anni si occupa della classificazione e del reperimento dei genotipi a rischio estinzione, «la varietà è caratterizzata da una elevata digeribilità, grazie alla buccia molto sottile».
Specie da preservare
Come il fagiolo di Camerata di Todi, esistono nel nostro Paese anche altre specie tipiche da recuperare o preservare. Le loro particolarità e usi, infatti, sono qualcosa di cui non bisognerebbe privarsi. Tra le tante particolarità presenti nella nostra Penisola, il professor Stagnari ne ricorda alcune. «La solina, per esempio – ci spiega – è un frumento antico utilizzato per la preparazione di zuppe, il pecorino che è un vitigno particolare della zona abruzzese o il saragolla, un’altro frumento particolare dalla zona omonima. E la mela geliva che si conserva a lungo, addirittura dei mesi, all’interno dei magazzini».
Articolo aggiornato in data 15 Giugno 2022
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