Covid-19, ecco l’azienda dell’alta moda che produce mascherine

Si tratta della Miroglio di Alba che ha realizzato uno speciale modello antigoccia riutilizzabile. Ma la solidarietà arriva dal nord al sud del Paese

In momenti di difficoltà, come l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, tutti devono darsi da fare. I primi sono i cittadini che, come tutte le istituzioni dal governo agli enti locali continuano a ripetere, devono rimanere nelle loro case per evitare che si diffonda il contagio. Allo stesso tempo, c’è anche chi non può permettersi di fermarsi o di lavorare in smart working, ma, con la sua presenza, deve assicurare la prosecuzione di servizi essenziali. È quello che accade per i medici, in prima linea contro il virus, e per chi lavora nelle fabbriche, farmacie e supermercati. Costretti a non fermarsi perché, una volta finita l’emergenza, tutti possano ripartire. Così come i ricercatori, impegnati a realizzare un vaccino efficace contro il Coronavirus.

Tuttavia, perché questo avvenga è necessario che ognuno sia messo nelle condizioni di lavorare in assoluta sicurezza. Venendo dotato, ad esempio, di guanti e mascherine per proteggersi. Per questo la parola d’ordine di alcune aziende italiane è diventata “Riconversione”. In tutta la Penisola, da nord a sud, sono molte le imprese che stanno dedicando i propri sforzi, alla produzione di dispositivi di protezione primaria. Come, appunto, le mascherine. 

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(Fonte: www.mirogliogroup.com)

Tutte le iniziative

Riconvertire la produzione è anche un modo per evitare la chiusura, anche temporanea, di alcune fabbriche e stabilimenti evitando così la perdita di posti di lavoro. Soprattutto, però, c’è l’esigenza di venire incontro alle difficoltà del Paese nell’approvvigionamento di alcuni materiali. In Puglia, una serie di aziende locali che normalmente producono abbigliamento, calzature, pannolini e assorbenti, hanno iniziato a produrre mascherine. Si tratta di modelli non sanitari, ma che possono comunque essere utili nell’emergenza fornendo una prima protezione. Riconversione anche in provincia di Varese. È il caso della Bc Boncar di Busto Arsizio che, abitualmente, produce packaging per marchi del settore moda. I settori riconvertiti sono i più svariati, quindi. A Prato, nell’azienda Dreoni Giovanna, si è passati dalla tappezzeria per auto alle mascherine.

Il caso Miroglio

Sulla stessa linea, quanto avvenuto ad Alba nel cuneese. Qui, il gruppo Miroglio attivo nel settore dell’abbigliamento e dei tessuti nel campo dell’alta moda ha raccolto la richiesta d’aiuto lanciata dal Governatore del Piemonte, Alberto Cirio. Ora negli stabilimenti di Govone al posto di abiti dell’alta moda, si producono mascherine di cotone realizzate con un particolare trattamento antigoccia. Inoltre, la particolarità di questo prodotto è quella di poter essere lavabile e sterilizzatile fino a 10 volte permettendo così un uso prolungato rispetto ai modelli usa e getta. Un vantaggio non indifferente se si considera che, come dichiarato dal capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, il fabbisogno delle strutture ospedaliere italiane impegnate nella lotta al Covid-19 è di 90 milioni al mese. La produzione, dopo l’ok da parte delle autorità sanitarie locali, è a pieno regime e l’azienda spera di poter raggiungere le 100mila unità al giorno. 

(Fonte: www.mirogliogroup.com)

Non solo mascherine

Sono anche altri i settori di produzione. Come i gel disinfettanti. Il gruppo Menarini inizierà a produrlo nel suo stabilimento di Firenze allo scopo di donarlo a ospedali e strutture dove si curano pazienti affetti da Covid-19. Come il gruppo Davines, azienda cosmetica di Parma che ha avviato la realizzazione di questo prodotto da destinare agli ospedali.

Articolo aggiornato in data 24 Marzo 2020
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