Puntare sul digitale per diffondere l’agroalimentare d’eccellenza made in Italy. È con questa idea che nasce UFarmer, primo marketplace della Dop e Doc italiana. Un’idea, ci spiega Francesco Amodeo, co-fondatore della startup insieme a Luca Passini, nata ai tempi dell’università. In quel periodo, ricorda «avevo difficoltà a reperire prodotti e materie prime lavorati e semilavorati di qualità. Qualcosa che capita a chi è abituato a servirsi direttamente dal produttore vicino casa o da chi ha un contatto che riesca a far saltare la catena distributiva».
L’idea, quindi di creare qualcosa che abbattesse le distanze tra produttore e consumatore si è poi sviluppata nel tempo fino al lancio, a luglio del 2020 di UFarmer. I prodotti acquistabili tramite la piattaforma sono due eccellenze italiane come l’olio e il vino. Tuttavia, non bisogna pensare a un classico e-commerce di prodotti made in Italy. In questo caso, i clienti, o meglio i «farmer», “adottano” le piante che produrranno la materia prima per il prodotto finale.

Acquistare un’esperienza
«Il nostro utente – spiega Amodeo – è una persona che cerca un’esperienza piuttosto che il semplice acquisto di una bottiglia di vino da bere normalmente a tavola. Questo punto di vista è stato il nostro faro guida. Poi ci sono i produttori italiani che hanno il grande vantaggio di essere su un territorio che regala materie prime eccezionali. E sul vino e l’olio hanno dei primati di qualità riconosciuti internazionalmente».
Attualmente, la piattaforma conta otto produttori, tra olio (3) e vino (5), più un nono in fase di definizione. Attualmente, ricorda il presidente, «copriamo Sicilia, Veneto e Puglia per l’olio, mentre i produttori di vino vengono da Lombardia, Piemonte, Veneto e Puglia. Inoltre, stiamo prendendo contatti con produttori di vino da Sicilia e Sardegna. Non vorremmo, però, affollare di produttori la piattaforma, ma rimanere su un pool selezionato. Vogliamo far sì che siano rappresentate le eccellenze territoriali».
Dal campo alla tavola
La scelta dei produttori viene effettuata tramite delle vere e proprie audizioni. «Ci limitiamo a selezionare solamente quelli che secondo noi possono essere allineati a un’aspettativa che creiamo sulla nostra piattaforma. La selezione è one to one. In questo periodo stiamo ricevendo richieste da produttori interessati che vogliono essere sottoposti a una sorta di audit per essere selezionati. Quando riceviamo questo tipo di richieste, li contattiamo, li ascoltiamo, riceviamo dei campioni e valutiamo se proporli o meno». Inoltre, aggiunge Amodeo, «l’ingresso dei produttori, al momento è gratuito. Il produttore di per se non sostiene alcun tipo di costo, ma si apre solo a un’opportunità di contatto con una clientela che può fare la differenza nel suo portafoglio».
Esistono una serie di parametri su cui si basa la selezione. Come ricorda il fondatore di UFarmer, però, «non ci basiamo solo sui riconoscimenti e sulle certificazioni. Di base i vari riconoscimenti dop, doc, ecc… non sempre sono i sine qua non. Come sa bene chi gusta vino e olio in Italia, non tutti i prodotti d’eccellenza hanno questi riconoscimenti. Perché talvolta si tratta di piccoli produttori che non hanno avuto modo di arrivare alla certificazione per una questione puramente organizzativa, non certo per la qualità del prodotto. Per questo facciamo proprio una sorta di testing, di analisi personale. Chiediamo analisi scientifiche e chimiche sul prodotto per verificarne i parametri organolettici standard. Sulla base del gusto ci basiamo sul network che abbiamo a disposizione. In questo momento a causa del Covid andiamo a rilento sui controlli perché non riusciamo a essere nello stesso posto nello stesso momento. Diventerà tutto più efficiente quando ci si potrà spostare».
Come funziona
I clienti, grazie a UFarmer, potranno quindi “adottare” uno o più alberi di ulivo, così come una pianta di vite o delle botti. La procedura è molto semplice e, come assicurano i fondatori della startup, diventerà ancora più intuitiva col tempo. Una volta arrivati sulla piattaforma e selezionata la lista dei produttori si visualizzano delle card riguardanti il produttore stesso. Dal tipo di prodotto, come olio o vino, a una breve presentazione. Fatta la scelta, all’interno della sua pagina si visualizzeranno dei progetti, dal tipo di vigna o vitigno alle botti. In questo caso, ricorda Amodeo, si tratta di «adozioni riferite a prodotti che richiedono un affidamento più lungo nel tempo».
Una volta visualizzate le caratteristiche del prodotto il cliente può passare a selezionare il numero di viti o ulivi. Aumentando il numero di piante selezionate, cresceranno i litri di prodotto, secondo le stime del produttore, e il cliente visualizzerà il prezzo finale. «Da un punto di vista di ticket – spiega il presidente di UFarmer – partiamo da un minimo di circa 150 euro fino a cifre che possono raggiunger i tremila euro in base a quante piante si decide di adottare. Per fare un esempio sull’olio, da 152 euro si può adottare un albero di ulivo per 8 litri di prodotto». Effettuato il pagamento, l’adozione può dirsi conclusa.

Come scegliere
A questo punto «inizia il percorso dell’esperienza. Il cliente dalla sua area personale può visualizzare l’adozione che ha effettuato, dove si trova, i dati ambientali della location, foto o video che il produttore manderà e delle pillole sulla pianta. Ad esempio quando avverrà una particolare lavorazione o quando verrà potata». Gli aggiornamenti, ci spiegano, saranno abbastanza frequenti, almeno una o due volte al mese.
Inoltre, per aiutare i clienti nella scelta verranno proposti anche dei kit di assaggio. Per quanto riguarda l’olio si tratterà di campioni riferiti alla produzione dell’anno precedente. Per il vino, invece, «non sarà sempre possibile avere un prodotto identico perché a volte ci sono vitigni inediti, quindi gli utenti potranno adottare un vitigno che non ha mai prodotto prima. In quel caso non ci sarebbe un prodotto simile o assimilabile. Per cui gli assaggi consisteranno in un kit degustazione della cantina del produttore. Il cliente potrà valutare la qualità e poi sulla base delle caratteristiche che troverà sul sito decidere se adottare quella pianta oppure no».
Dall’Italia al mondo
E se il presente riguarda solo l’olio e il vino, per il futuro si sta lavorando per portare sulla piattaforma anche prodotti come l’aceto, il miele e la birra. «Questi tre prodotti si svilupperanno nei prossimi mesi e potranno vedere la luce a metà anno». Inoltre, aggiunge Francesco Amodeo, «un obiettivo è quello di portare UFarmer all’estero. Spostarci per poter offrire questi prodotti anche agli italiani emigrati, che saranno sicuramente sponsor e promotori di un’iniziativa del genere. Ci aspettiamo, comunque, di avere l’attenzione anche di chi non è strettamente italiano, ma che sia un amante del made in Italy».
Il percorso, però, non sarà unidirezionale. «Per quanto riguarda l’evoluzione del progetto dal punto di vista del prodotto, stiamo pensando non solo al made in Italy, ma a portare in Italia delle eccellenze estere. Al momento, però, si tratta di prodotti che non vorrei spoilerare».
Articolo aggiornato in data 20 Gennaio 2021
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