Personal branding, come crearsi un’immagine in soli 30 giorni

Bastano poche azioni per migliorare la propria comunicazione e raggiungere i propri obiettivi. Lo spiegano in un libro Dino Passeri, Luca Macellari Palmieri e Simone Facchinetti, tre esperti nel campo del marketing, della comunicazione e legale

In un mercato del lavoro sempre più competitivo anche un dettaglio può fare la differenza. Ecco perché, soprattutto oggi, è così importante investire sulla propria immagine. Come un’azienda lavorerebbe sul suo marchio così anche noi dobbiamo lavorare sul nostro personal branding. Per capire come fare bastano poche mosse come spiegano Dino Passeri, Luca Macellari Palmieri e Simone Facchinetti. Tre professionisti esperti nel campo del marketing, della comunicazione e legale che hanno voluto concentrare le loro conoscenze nel libro “Personal Branding formula”, edito da BTT. Un testo, supportato da un sito dedicato, che amplia il progetto “The Newsletter”, un portale con appuntamenti settimanali con pillole legali, di marketing e di immagine. Il libro è diviso in trenta capitoli ognuno con un’azione da seguire, in altrettanti giorni per creare il punto di partenza su cui costruire la propria immagine per tutta la vita. Tuttavia, spiega Dino Passeri, «oggi, visto il cambiamento dei mezzi di comunicazione, come il modo di approcciarsi delle aziende, bisogna anche imparare a gestirla questa immagine». Da qui nasce l’idea di scrivere un libro sul personal branding, come ci spiegano gli stessi autori in un’intervista. 

«Oggi – ricorda Passeri – la comunicazione è tentacolare, arriva ovunque e qualunque cosa può essere usata contro di noi. Dal piccolo professionista al grande manager, tutti devono essere consapevoli che la comunicazione va gestita perché qualsiasi cosa si faccia diventa pubblica. Così bisogna avere chiari i propri obiettivi su come volersi posizionare e presentarsi. Questo è il motivo per cui è nato questo libro». Inoltre, aggiunge Simone Facchinetti, «è inutile essere i migliori nel proprio campo se non si riesce a farlo percepire agli altri. Il modo per farlo è costruendo la propria immagine nel modo giusto, comunicandola adeguatamente e proteggendola dagli attacchi. Così, durante una telefonata tra noi tre è nata questa idea». Da lì, spiega Luca Macellari Palmieri, «abbiamo cercato di creare un prodotto che fosse al passo coi tempi da questo punto di vista. Quindi un po’ omnicanale, che fornisse sia la lettura su carta che legata all’esperienza digitale. Il personal brandig era il nostro core».

personal branding formula

Personal Brandig, Dino Passeri: «L’importante è fare il primo passo»

Nei 30 capitoli del libro sono descritte 30 azioni che permetteranno a chi le segue di curare al meglio la propria immagine. «Il percorso del libro – ricorda Dino Passeri – è un cammino guidato. Si parte dalle prime domande, ovvero capire soprattutto perché si vuole fare una determinata cosa. Qual è la propria idea di comunicazione e quali sono gli obiettivi che vogliamo raggiungere. Questi possono essere estremamente precisi o in generale, ma un’idea di base bisogna averla. Da qui si iniziano a sviluppare le piccole strategie che permettono di creare gli strumenti per raggiungere quegli obiettivi. Lo scopo del libro è dare una panoramica sul personal branding, aiutare a capire su cosa concentrarsi e fare il primo passo. Che è la cosa più importante in assoluto. Sicuramente se non parti non arrivano i risultati. Questa è l’unica certezza che si può avere».

Inoltre, a differenza di un manuale tradizionale, il libro offre anche una serie di contenuti digitali tramite QR code che arricchiscono il contenuto di base. «Abbiamo provato a inserire qualcosa di nuovo per rendere il tutto un po’ più interattivo. Mentre il libro rimane qualcosa di statico, il QR code rimanda a qualcosa in evoluzione. Quindi, partendo da un concetto nel capitolo si può guidare il lettore attraverso degli approfondimenti digitali, dando maggiori informazioni e specifiche. Questo rende il libro trasversale».

Luca Macellari Palmieri: «Il personal branding aiuta, ma non basta»

Il testo, infatti, è arricchito da una serie di contenuti aggiuntivi. Come testimonianze digitali e non. A partire dalla prefazione a cura di Carlo Cracco (chef e già volto noto di MasterChef), fino alla postfazione scritta da Filippo Muzi Falconi di Metodhs.  Come ci spiega Luca Macellari Palmieri, si tratta di «due persone che sono anche dei personaggi conosciuti dal pubblico. Professionisti che hanno lavorato molto bene sul loro personal branding e sono un esempio lampante. Quando ci chiedono cos’è il personal branding diciamo sempre una frase di Jeff Bezos: “È quello che gli altri dicono di te quando tu non sei nella stanza”». Insomma, quanto meglio si lavorerà sul proprio brand, lo stesso livello sarà l’opinione degli altri nei nostri confronti. I passi fondamentali da seguire sono «l’identificazione degli obiettivi e del target, definire la strategia e passare all’azione». 

Attenzione però, perché ogni lavoro su noi stessi deve partire da una base solida o non basteranno 1000 giorni per ottenere risultati. «L’idea dei 30 giorni per compiere le 30 azioni – ricorda Macellari Palmieri – l’abbiamo trovata molto accattivante. Da un lato volevamo invogliare i lettori e fargli capire che bastano 30 giorni sia per leggere il libro che per sviluppare il proprio personal branding. Detto questo, però, il personal branding non deve in alcun modo fuorviare da tutto ciò che è il mondo della professione. Dobbiamo considerare il personal branding come la ciliegina sulla torta di un servizio o un prodotto fatto per bene. Altrimenti rimane solo una buona comunicazione che però è fine a stessa. Perché nel momento in cui si delude una persona, anche se si ha un’ottima comunicazione, entra in gioco il passaparola che è la forma di comunicazione più persuasiva che c’è da sempre. Diciamo che fare un buon personal branding aiuta anche il passaparola, ma deve esserci sempre una base solida dietro». 

Simone Facchinetti: «Attenzione alla propria immagine, bisogna difenderla»

Una buona immagine, però, deve anche essere curata dal punto di vista giuridico. Ed è qui che entra in gioco il lavoro dell’avvocato Simone Facchinetti. Nel libro, ricorda, «spiego quali sono gli strumenti, dal mio punto di vista più giuridico. Quindi cosa vuol dire registrare un marchio, perché l’immagine corrisponde al marchio che le vuoi dare, come lo devi proteggere e come lo puoi comunicare. E quindi cos’è il diritto di immagine, quali sono le regole, la normativa tanto civilistica quanto penale e le conseguenze. Com’è configurata giuridicamente la figura dell’influencer e poi quali sono i contratti per poter comunicare la propria immagine, l’endorsement, la sponsorizzazione ecc… Inoltre, quali sono gli strumenti di protezione. Se la tua immagine viene violata, se viene utilizzata da qualcun altro in modo illegittimo, se vieni diffamato… Nel libro si parla di quali sono le regole del gioco per tutelarsi». 

Inoltre, Facchinetti sottolinea come la cura del personal branding è qualcosa che interessa chiunque e a qualsiasi età, dal ragazzo che a 16 anni posta contenuti sui social, al professionista. «Oggi sappiamo bene che prima di fare un colloquio si va sui social a vedere chi è quella persona. Così in base ai contenuti che posta già si capisce un po’ con chi hai a che fare. Per questo è sempre più fondamentale comunicare la propria attività nel modo giusto. Soprattutto per i professionisti. Per il nostro codice deontologico c’è un divieto di pubblicità all’americana. Non possiamo fare cartelloni dicendo “Vieni da me perché sono il più bravo”. Possiamo farlo semplicemente comunicando quali sono le nostre competenze».

personal branding

Un libro diverso dal solito

Infine, i tre autori evidenziano le differenze tra questo libro e un qualsiasi altro manuale di marketing. «Il personal branding non è una cosa nuova – spiega Dino Passeri –  ma è qualcosa di cui si parla ancora poco. Oggi, invece, credo sia un argomento molto importante sul quale riflettere. Abbiamo cercato di fare un libro pratico e non è una cosa che si trova spesso. Esistono manuali su argomenti specifici, o libri che parlano di idee e progetti. Il nostro libro, invece, aiuta a capire la logica in maniera estremamente pratica di cosa vuol dire costruire un proprio brand personale. La logica che sta dietro al marketing».

Inoltre, aggiunge Facchinetti «il valore aggiunto del libro è dato dalla nuova sfida dei tanti contenuti digitali a partire dalla quarta di copertina. Basta inquadrare il QR code e in un video noi tre spieghiamo al lettore cos’è il personal branding e perché comprare il libro. Inoltre questi contenuti digitali nel corso dell’anno verranno sempre aggiornati e perciò cambieranno». Infine, conclude Luca Macellari Palmieri, «il nostro libro non si presenta come un testo da leggere, ma piuttosto come un’esperienza da vivere. E che allo stesso tempo, come tutte le esperienze, ti lascia qualcosa».

Articolo aggiornato in data 22 Agosto 2021
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