La sostenibilità passa anche dagli spostamenti. Per questo è necessario ripensare al modo in cui ci muoviamo nelle nostre città, privilegiando, ad esempio, mezzi elettrici o ibridi. Una strada intrapresa già da qualche tempo, specialmente nei grandi centri, con la comparsa di bici e monopattini elettrici in condivisione che si sono aggiunti al già presente servizio di car sharing. In questo contesto si inserisce un’idea imprenditoriale che alla sostenibilità unisce una forte componente romantica: riportare a “nuova vita” il Ciao Piaggio.
Stiamo parlando, per i più giovani, di uno dei motorini che hanno fatto la storia del nostro Paese. Oggi, però, a causa delle nuove disposizioni il suo motore non è più idoneo alla circolazione. Da qui l’idea di Tiberio Casali che con la sua Ambra Italia, start up di Rufina in provincia di Firenze, ha deciso di trasformare il Ciao Piaggio in una e-bike.

Ciao Piaggio, un mezzo da collezione
La sua, ci spiega, più che un’idea è un progetto in quanto online si trovavano già diversi video di Ciao elettrificati. Tuttavia, quello che contraddistingue il progetto di Ambra Italia riguarda la circolabilità del mezzo. Sono stati compiuti «tutta una serie di studi – spiega Casali – soprattutto sul retrotreno, e tutta una serie di certificazioni. Il telaio è conforme alla norma Uni En 15194 sulla resistenza a fatica. Perché quando si toglie il motore termico dal Ciao, bisogna ricordare che questo è un organo strutturale del telaio oltre che essere il propulsore, quindi il telaio si indebolisce moltissimo. I test sono stati superati presso un laboratorio certificato Accredia. Lo stesso per tutta la parte elettrica».
Un lavoro che ha impiegato più di un anno, dall’ottobre 2019 a giugno 2021, per l’ok definitivo. Ora però afferma con orgoglio Casali «è tutto un altro mondo rispetto a una versione amatoriale. Diamo anche un manuale e un libretto e-bike dove ci sono tutte le dichiarazioni di conformità» in caso di eventuali controlli. Inoltre, sul retro della forcella è presente un QR Code che rimanda a una pagina privata con tutta la documentazione in questione, insieme alle indicazioni che possano provarne la proprietà in caso di furto. «Non dimentichiamoci – ricorda Casali – che questi mezzi diventano oggetti da collezione».
La trasformazione in e-bike
L’imprenditore ci spiega, quindi, come si svolge il procedimento di conversione in e-bike. Bisogna montare un kit che, installazione compresa, ha un costo di 2850 euro. Tuttavia, sottolinea, «non è un plug and play. Non si può acquistare il kit, montarlo e fare delle autodichiarazioni sulle certificazioni. La responsabilità è enorme, perciò va fatto tutto presso un’officina autorizzata che lavora con delle precise specifiche tecniche che ho scritto e depositato presso il laboratorio di certificazione». A questo va aggiunto che il Ciao deve essere in buone condizioni. «Se il modello non è perfettamente conservato, il cliente deve essere disponibile a restaurarlo». In questo caso la spesa aggiuntiva «va dai 1100 ai 1500 euro, a seconda delle condizioni in cui si trova il mezzo».
Casali ci illustra tutta la procedura: «Il cliente chiede un preventivo sul nostro sito (www.ambraitalia.it) e se il Ciao è in buone condizioni confermiamo il prezzo dell’allestimento base. In caso contrario facciamo un preventivo per il restauro. Ci bastano alcune foto, secondo nostre indicazioni, per capire le condizioni del Ciao. Questo salvo errori, perché ad esempio se c’è una ruota fuori asse, non è possibile capirlo dalle foto. Per questo diamo delle istruzioni al cliente per fare dei controlli in modo tale che non abbia brutte sorprese col preventivo. Il restauro comprende sempre, sistematicamente, sabbiatura e verniciatura in forno del mezzo. Quindi è anche un’occasione per dare un nuovo colore al Ciao o rifarlo del colore originale».

Acquisto e assistenza
Inoltre, Casali si mette anche a disposizione di chi, pur interessato all’idea, non ha un Ciao da trasformare in e-bike. In quel caso «aiuto il cliente a trovarne uno sul mercato dell’usato. Normalmente, chi non conosce il mezzo rischia di non accorgersi di alcune particolarità o problemi che, come conseguenza, hanno un costo di restauro molto più alto della media».
Purtroppo, al momento in Italia esistono solo tre officine che effettuano la conversione del Ciao da motorino ad e-bike. Una, a Rufina, è la prima officina autorizzata. A questa ne sono seguite altre due a Napoli e Reggio Emilia che, attualmente, sono in fase di start up formativa. «Il progetto – spiega Casali – prevede di formare e associare altre officine fino ad averne almeno una per regione. In questo modo il cliente non deve portare o spedire il Ciao fino a Rufina. Inoltre, così sarebbe più vantaggioso anche dal punto di vista dell’assistenza ai clienti in caso di guasti».

Ciao Piaggio e poi?
In qualche caso, sarà anche possibile acquistare dei modelli già restaurati e convertiti, come quelli in esposizione nelle varie officine. L’intenzione di Casali, però, non è quella di diventare un rivenditore, ma concentrarsi sul progetto di recupero del Ciao Piaggio. Proprio per questo, in futuro, non c’è in programma di replicare il procedimento su altri modelli. Il motivo è tecnico. «L’elettrificazione del Ciao è stata possibile perché come ciclomotore era il mezzo più leggero nella storia del nostro Paese. Il modello meno pesante subito dopo è il “Sì”, che pesa 10 kg in più e progettare un nuovo kit per quel modello con i limiti di potenza che ci sono in Italia avrebbe poco senso». Non resta, quindi, che attendere gli sviluppi del progetto per poter tornare presto a “salutare” le strade con un Ciao.
Articolo aggiornato in data 12 Aprile 2022
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