Le illusione ottiche a Roma sono sempre affascinanti. Il nostro sguardo sul mondo, infatti, dipende dalla prospettiva con cui lo osserviamo. Applicate il concetto all’arte barocca e otterrete un risultato meritevole dell’Oscar agli effetti speciali. Di certo l’ambita statuetta se la sarebbe aggiudicata l’architetto Francesco Borromini per uno dei suoi capolavori: la Prospettiva di Palazzo Spada. Si tratta di una delle illusioni ottiche di Roma più incredibili.
Stiamo parlando della Galleria prospettica, custodita nel giardino segreto del cinquecentesco edificio capitolino, commissionata dal Cardinal Bernardino Spada all’artista ticinese a metà Seicento. Nota anche semplicemente come la Prospettiva di Palazzo Spada, rappresenta uno dei massimi esempi di illusionismo barocco.
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Prospettiva Palazzo Spada: escamotage architettonico
Ma perché illusionismo? Perché osservandola vi apparirà molto più estesa di quanto non sia: i 9 metri scarsi di lunghezza sembrano infatti 35. Ciò si deve alla convergenza dei piani in un unico punto di fuga, mentre il soffitto scende dall’alto verso il basso e il pavimento sale. Un escamotage architettonico che Borromini portò a termine grazie ai calcoli scientifico-matematici del padre agostiniano Giovanni Maria da Bitonto.
E non finisce qui. In origine la Colonnata di Palazzo Spada terminava su una parete dipinta raffigurante un fitto bosco. Nell’800, con piglio teatrale, il principe Clemente Spada fece aggiungere sullo sfondo la statua di un guerriero, apparentemente gigantesco, in realtà di piccole dimensioni. La Colonnata borrominiana aveva anche un sottotesto morale: ricordare a chi la contemplava che la grandezza delle cose del mondo è pura apparenza.
Senza dimenticare il significato filosofico insito nell’arte barocca: l’uomo deforma e amplifica per affacciarsi su orizzonti sconosciuti. Traducendo il concetto in pittura, scultura e architettura, ecco che lo spazio si svincola dai limiti geometrici per aprirsi all’infinito. Accantonata la prospettiva “realistica” rinascimentale, Borromini e compagni sono liberi di sbizzarrirsi in illusioni scenografiche come quelle della Galleria di Palazzo Spada.
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I capolavori da vedere
La mirabile Prospettiva del Borromini è compresa nell’itinerario di visita della Galleria di Palazzo Spada che ospita pure una ricca collezione di pittura barocca. Ad accaparrarsi i capolavori che ancora oggi possiamo ammirare qui furono, nel corso del Seicento, i cardinali Bernardino e Fabrizio Spada. Tra i pezzi forti della pinacoteca spicca proprio il Ritratto di Bernardino Spada, uno dei padroni di casa, realizzato dal grande Guido Reni. E ancora: il Ritratto di Musico di Tiziano, Santa Cecilia di Artemisia Gentileschi, la Morte di Didone del Guercino, la statua di Lacoonte del Bernini.
Ce n’è abbastanza per farsi un’idea del meglio della produzione artistica di quei tempi nella Città Eterna. Fa scena anche il contesto: i dipinti scorrono su file sovrapposte, com’era uso nel XVII secolo, incorniciati dall’arredo barocco originale. La Galleria Spada conta anche su varie opere archeologiche, collocate su sgabelloni in legno decorato o su consolle, già di per sé esteticamente notevoli.
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Palazzo Spada: dove si trova?
La Colonnata del Borromini e la Galleria Spada si trovano all’interno di Palazzo Spada o Capodiferro in Piazza Capo di Ferro 13.
Siamo nel rione Regola, nel cuore di Roma, a pochi passi da Campo dei Fiori. D’origine cinquecentesca, Palazzo Capodiferro è noto ai romani pure per ospitare il Consiglio di Stato.
Le altre meraviglie del Borromini
Tanto talentuoso come artista quanto ombroso di indole, Francesco Borromini non nacque a Roma, eppure all’Urbe ha legato tutta la sua attività. La Colonnata è solo uno dei gioielli dell’architetto, le cui opere costituiscono un interessante itinerario ad hoc nella Capitale. Ma niente paura, le tappe clou del percorso borrominiano sono tutte in centro storico.
A cominciare dalla Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, in Corso Rinascimento, a detta degli storici dell’arte, una delle massime espressioni del barocco. Che Borromini ha mirabilmente interpretato altresì nella Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane (Via del Quirinale, tripudio di linee concave e convesse e illusioni prospettiche. Un cenno a parte merita la chiesa di Sant’Agnese in Agone, a Piazza Navona, proprio di fronte alla Fontana dei quattro fiumi del Bernini. Due perle di due geni, notoriamente rivali: a voi giudicare chi l’ha spuntata nella gara di bravura. A chiusura del tour, andate in Piazza della Chiesa Nuova per ammirare l’Oratorio dei Filippini, ennesima prova della dinamicità dello stile architettonico di Borromini.
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Articolo aggiornato in data 30 Agosto 2022
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