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Dopo aver letto la nostra guida su come riciclare i pallet in maniera efficace e creativa, scopriamo insieme un altro concetto chiave per l’ambiente: l’upcycling. L’epoca in cui viviamo è senza dubbio dominata dal consumismo. Siamo inondati, quotidianamente, da spot e articoli su questo o quell’oggetto da avere a tutti i costi e questo ci fa dimenticare i pregi e le possibilità di quello che già possediamo. Infatti, più che comprare, oggi la parola d’ordine dovrebbe essere riciclare o, meglio ancora riutilizzare. Quest’ultimo concetto sta prendendo sempre più piede e si sta diffondendo, appunto, con il nome di upcycling o riuso creativo.
Questo termine nasce nel cuore dell’Europa, precisamente in Olanda, dove nel 1963 la Heineken presenta il primo oggetto derivato dall’upcycling con la campagna Wobo (World Bottle). Bottiglie di birra che, dopo il loro utilizzo primario, si “trasformavano” in materiale per uso edile. Tuttavia, bisognerà attendere gli anni ’90 perché venga utilizzato la prima volta il termine upcycling. A questo punto verrebbe da chiedersi cosa c’entra un’azienda che produce birra con l’edilizia e come si inserisce in questo e in altri contesti il concetto di upcycling o riuso creativo. Prima di approfondire l’argomento, però, facciamo un po’ di chiarezza.
Indice
Cosa si intende per upcycling
L’upcycling, meglio conosciuto come riuso creativo, è il processo che porta a creare da un vecchio prodotto un oggetto di qualità superiore. In sostanza si tratta del processo di trasformazione dei materiali di scarto di un’azienda o di prodotti indesiderati o non più utilizzati che diventano nuovi oggetti, percepiti come elementi di pregio, a cui viene attribuito un valore artistico e/o ambientale.
Oltre al processo creativo che porta alla crescita del valore del prodotto d’origine, è importante sottolineare come tutto avvenga senza che ci siano ulteriori lavorazioni dell’oggetto.
Riuso creativo, riciclo e downcycling: quali sono le differenze
Tuttavia, spesso si tende a confondere l’upcycling con recycling e downcycling. Seppure anche questi ultimi siano importanti per la salvaguardia dell’ambiente e per evitare gli sprechi, le tre metodologie presentano delle differenze.
Recycling
Con il riciclo si va a recuperare dai rifiuti o da un oggetto che sta per diventarlo, del materiale che possa essere nuovamente utilizzato. La maggior parte delle volte si tende a ricreare gli stessi oggetti, ad esempio quando si producono dei quaderni di carta riciclata o delle bottiglie di plastica riciclata ottenute dal processo di recupero del materiale da altre bottiglie.
Downcycling
Al concetto di upcycling si contrappone il downcycling. Rispetto a quanto avviene nel riuso creativo, in questo caso il nuovo prodotto è di qualità inferiore rispetto all’originale. A coniare i due termini è l’ingegnere Reiner Pilz, citato da Thornton Kay in un articolo su SalvoNEW del 1994. Le due pratiche sono una l’opposto dell’altra.
Inoltre, rispetto all’upcycling, nei processi di downcycling sono presenti lavorazioni sia per il recupero del materiale da utilizzare, che per la realizzazione vera e propria. In alcuni casi, si tratta di metodologie che richiedono un dispendio economico superiore a quanto avviene col recupero. Nel caso dell’upcycling, invece, non ci sono lavorazioni aggiuntive e il prodotto finale è sempre di una qualità maggiore rispetto al materiale originale.
Upcycling, quali sono i vantaggi
Tanto il riciclo, quanto il recupero sono entrambe delle pratiche a favore dell’ambiente. Perché, quindi, preferire tra le due la metodologia dell’upcycling? I vantaggi sono molteplici. A cominciare dalla riduzione degli sprechi. Il recupero porta a riutilizzare materiali che altrimenti avrebbero come unico fine vita quello della discarica. Inoltre, come abbiamo già visto, rispetto ai procedimenti utilizzati nel riciclo, nel caso dell’upcycling l’impatto per realizzare il nuovo prodotto è minore.
Inoltre, nell’upcycling, entra in gioco un processo di creatività che porta a dar vita a un prodotto nuovo, unico che può anche avere una valenza artistica o di design. Il terzo punto, riprende il tema iniziale di questo articolo. La società moderna è orientata soprattutto nel creare prodotti con una vita breve. Consumare, gettare e ricomprare. Un ciclo da cui fuggire grazie al riuso creativo che permette di trasformare un oggetto dandogli nuovamente un’utilità o trovandone una nuova.

Fercam Echo Labs: un esempio concreto
Dare nuova vita a materiali e oggetti è una strada che anche le aziende stanno iniziando a seguire. Oggi, infatti, sono sempre di più le società che investono in riciclo, recupero e sostenibilità. Un esempio concreto è quello di Fercam Echo Labs, impresa sociale senza scopo di lucro del Gruppo Fercam. Con la sua falegnameria sociale l’azienda coniuga processi produttivi a basso impatto ambientale con un alto valore sociale grazie a un approccio globale e progetti locali, alimentando una filiera di economia circolare in grado di utilizzare il legno usato evitandone la triturazione o l’incenerimento.
Upcycling e pallet
Come spiega Dino Menichetti, presidente di Fercam Echo Labs, tutto il progetto nasce «con l’idea di riutilizzare tutto il legno da smaltire. Nella filiera della logistica smaltiamo migliaia di tonnellate di legno all’anno. Si tratta del legno dei pallet a perdere dei prodotti che trasportiamo per i nostri clienti. Sono pallet progettati per un unico ciclo di vita che, una volta fatta la consegna, vanno smaltiti». Oggi, invece, grazie a un processo di upcycling, quel pallet si trasforma in tavoli, sedie, panche o altri elementi d’arredo e tanti altri oggetti. Tutti prodotti realizzati da un team di richiedenti asilo, formati all’interno dell’associazione fino a diventare degli abili artigiani.
In questo modo del materiale di scarto che avrebbe previsto costi e un certo impatto ambientale per essere smaltito, trova nuova vita grazie al riuso creativo. Tuttavia, si tratta di un percorso ancora poco praticato. Questo, spiega Menichetti, «perché oggi si è abituati all’economia lineare. Cambiare paradigma non è semplice, ma non vuol dire che sia un costo. Lo smaltimento è la cosa più facile, conosciuta ed è anche a titolo oneroso, ma esiste un’alternativa che è data dalle iniziative che puntano sul recupero, ad esempio come stiamo facendo noi per il legno». Il processo di upcycling, quindi, dà valore non solo al prodotto finale, ma all’intera filiera.

Articolo aggiornato in data 1 Settembre 2023
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