World Press Photo 2020, le immagini che raccontano il mondo

Al Palazzo delle Esposizioni, in mostra fino al 2 agosto, i lavori della 63esima edizione del più importante concorso di fotogiornalismo. Oltre alle fotografie premiate nel 2020, anche una sezione dedicata al Digital Storytelling e alcune tra le immagini più iconiche delle passate edizioni del concorso

Un’immagine vale più di mille parole. Una conferma di questo adagio la si ha osservando i lavori premiati nella 63esima edizione del World Press Photo, uno tra i più importanti concorsi di fotogiornalismo. Il riconoscimento viene assegnato ogni anno dal 1955 e premia i migliori fotografi professionisti. 

I nomi dei vincitori di quest’anno sono stati annunciati lo scorso 16 aprile tramite i social. Le loro foto e quelle dei finalisti sono esposte in una mostra organizzata, per il secondo anno consecutivo, a Palazzo delle Esposizioni a Roma. Oltre alle foto, inoltre, è stata dedicata una sezione al Digital Storytelling, con dei video che raccontano alcuni eventi cruciali del nostro tempo. Al termine della rassegna, anche alcuni degli scatti più iconici fra i vincitori di tutte le edizioni. Come la foto di Charlie Cole, dello studente a Piazza Tienanmen di fronte ai carrarmati durante le proteste di Pechino del 1989.

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Charlie Cole, “Tank Man” – World Press Photo 1989

I premiati 2020

Sono tanti i temi che ricorrono nelle fotografie in mostra. Scatti a colori o in bianco e nero che raccontano episodi e storie. Dal mondo della guerra e delle ribellioni, ai tanti volti dei popoli e della natura. Così come trovano spazio il tema delle minoranze, i paesaggi e le immagini dello sport. In tutto 139 fotografie che raccontano quanto accade nel mondo. Per arrivare alla scelta finale, la giuria ha esaminato oltre 73mila immagini scattate da 4282 fotografi. I finalisti sono stati 44, provenienti da 24 Paesi.  

A vincere, nella categoria World Press Photo of the Year 2020 è stato Yasuyoshi Chiba, reporter giapponese dell’agenzia France-Presse. La sua foto, “Straight Voice” raffigura un momento di protesta a Khartum, in Sudan, con alcuni giovani che chiedono un governo democratico. I loro volti sono illuminati dalla luce dei telefoni a causa di un blackout ordinato dalle autorità sudanesi.

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Yasuyoshi Chiba, “Straight Voice” – World Press Photo 2020

Nella categoria World Press Photo Story of the Year, invece, la giuria ha scelto di premiare gli scatti di Romain Laurendeau e il suo reportage, “Kho, la genesi di una rivolta”. La parola Kho, nel linguaggio arabo nordafricano colloquiale significa fratello. Con i suoi scatti, il reporter francese ha raccontato il disagio dei giovani algerini che, con le loro azioni di sfida alle autorità hanno ispirato e coinvolto il resto della popolazione a prendere parte alla loro azione. In questo modo hanno dato vita al più grande movimento di protesta in Algeria degli ultimi decenni.

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Alcune foto del reportage, “Kho, la genesi di una rivolta” di Romain Laurendeau – World Press Photo Story of the Year 2020

Alcune informazioni

L’apertura della rassegna, inizialmente prevista per il 25 aprile, è stata posticipata causa emergenza Covid al 16 giugno. Sarà possibile visitarla fino al prossimo 2 agosto. È possibile acquistare i biglietti solamente online. La mostra è aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 20, con accessi contingentati ogni mezz’ora (l’ultimo ingresso è alle 19). il costo del biglietto è di 12,50 euro con riduzioni per i giovani fino ai 26 anni e gli over 65. Dal martedì al venerdì, dopo le 18, il costo del biglietto è di 6 euro a persona. Inoltre, l’acquisto del biglietto per la rassegna World Press Photo dà la possibilità di visitare anche la mostra dedicata a Jim Dine, nelle sale del Palazzo delle Esposizioni.

Articolo aggiornato in data 14 Giugno 2022
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