Probabilmente, insieme al Duomo, Santa Maria delle Grazie è la chiesa più famosa e visitata di Milano. Ad attirare i visitatori oltre alla bellezza della basilica dominicana, situata nel centro storico del capoluogo lombardo, sono soprattutto i suoi capolavori. Tra questi quello realizzato da uno dei più grandi artisti italiani: Leonardo Da Vinci.
Quando si parla delle opere dell’artista e scienziato toscano, la nostra mente va subito alla Gioconda. Eppure, nonostante il quadro di Leonardo, sia probabilmente il più famoso dipinto del mondo, altre sue opere posseggono la stessa bellezza se non di più. Dalla splendida versione della Vergine delle Rocce, conservata anch’essa come la Monna Lisa al Louvre (una seconda versione è alla National Gallery di Londra). Oppure all’affresco mai completato, né ritrovato della Battaglia di Anghiari. Opere di immenso valore e fascino, per la loro storia e per quanto ritratto. In quest’ultimo caso, però, nessuno forse è in grado di rivaleggiare con il Cenacolo. Oggi l’affresco e la chiesa che lo custodisce sono due tesori inestimabili del nostro Paese. Dal 1980, fanno parte dei patrimoni dell’umanità protetti dall’Unesco e sono il secondo sito italiano a venire inserito nel prestigioso elenco.

La Chiesa
La nascita della Chiesa di Santa Maria delle Grazie si deve a una donazione. Nel 1460, infatti, il comandante delle truppe sforzesche, Gaspare Vimercati, donò alla congregazione domenicana del convento di Sant’Apollonia a Pavia, un terreno a Milano. Qui, i frati avrebbero dovuto edificare una nuova chiesa per poi trasferirsi, in parte, nel capoluogo lombardo. Sul posto esisteva una cappella che custodiva al suo interno un affresco raffigurante la Madonna delle Grazie. È su quella che l’architetto Guiniforte Solari iniziò la costruzione della Chiesa che, per questo motivo fu intitolata a Santa Maria delle Grazie. All’interno, oltre alla cappella della Vergine delle Grazie se ne trovano altre sei.
I lavori per la realizzazione della basilica solariana iniziarono nel 1463 e terminarono, la prima parte, nel 1469. Per attendere la conclusione, però, serviranno altri 13 anni, fino al 1482. In seguito, nel 1492, Ludovico il Moro, subentrato anni prima come mecenate nei lavori della Chiesa, decise di affidarne il rifacimento dopo appena dieci anni dalla conclusione, al Bramante. L’obiettivo del signore di Milano era anche quello di fare del complesso il Mausoleo degli Sforza. Tuttavia, la lunga serie di lavori si interruppero nel 1499 in seguito alla cacciata di Ludovico il Moro da Milano. Altri lavori di restauro avverranno alla fine del 1800 e dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Durante il conflitto, infatti, uno dei tre chiostri e la fiancata sinistra della chiesa, furono distrutti. Vennero ricostruiti al termine della guerra.

Il Cenacolo Vinciano
Se il complesso di Santa Maria delle Grazie è già un’opera d’arte di per sé, lo stesso vale per il suo tesoro più prezioso. L’affresco raffigurante l’Ultima Cena venne realizzato all’interno del refettorio del convento domenicano. Milano, era diventata una seconda casa per Leonardo, dopo che l’artista lasciò Firenze nel 1482. Qui alle dipendenze di Ludovico il Moro, ricevette una serie di incarichi, tra cui quello di realizzare un dipinto raffigurante l’Ultima Cena.
Leonardo impiegò circa due anni per realizzarlo, tra il 1495 e il 1497. Per farlo decise di utilizzare una modalità alternativa all’affresco con una tecnica a secco su intonaco, per poter dipingere in più momenti. Questa scelta, purtroppo, è una delle cause che nel corso degli anni hanno portato al suo deterioramento rendendo necessari numerosi interventi di restauro. Prima di iniziare i lavori, Leonardo lavorò su numerosi disegni preparatori. Uno di questi, raffigurante il volto di Cristo, è conservato alla Pinacoteca di Brera. La scena raffigurata nell’opera del Cenacolo è il momento in cui Gesù annuncia agli apostoli che qualcuno di loro lo avrebbe tradito. Il soggetto, quindi, si discosta dagli altri dipinti dell’epoca che raffiguravano perlopiù il momento della consacrazione del pane e del vino.

Il dipinto “dimenticato”
Il refettorio di Santa Maria delle Grazie è visitato ogni anno da milioni di turisti, ansiosi di ammirare la bellezza del capolavoro di Leonardo. Pochi, però, sanno dell’esistenza di un altro dipinto sulla parete opposta del refettorio. Vi è raffigurata La Crocifissione di Cristo e a dipingerlo, negli stessi anni in cui Leonardo lavorava all’Ultima Cena, è stato il pittore milanese Giovanni Donato da Montorfano. In questo caso la tecnica utilizzata dall’artista è stata quella della pittura “a fresco”.

Nel dipinto è raffigurata la scena della crocifissione. Intorno alla croce, a gruppi, le raffigurazioni di santi e beati appartenenti all’ordine dominicano e sullo sfondo la città di Gerusalemme. Ai piedi della croce, invece, si trovano Maria Maddalena, S. Domenico, fondatore dei Domenicani, e San Tommaso d’Aquino. In un secondo momento ai lati sono state aggiunte, da Leonardo, le figure di Ludovico il Moro e della consorte Beatrice d’Este, ma queste oggi sono ormai poco visibili.
Articolo aggiornato in data 15 Giugno 2022
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