I blocchi imposti agli spostamenti per via dell’emergenza Covid in corso, non danneggiano soltanto il turismo. A rischio, infatti, ben 5266 tesori alimentari. Prodotti tradizionali dei borghi italiani custoditi da generazioni dagli agricoltori e salvati per sostenere la rinascita del Paese. È questo l’allarme lanciato da Coldiretti con Filiera Italia durante il summit con il Governo, “Recovery food, l’Italia riparte dal cibo”.
Il nostro Paese ha un vero e proprio patrimonio alimentare da preservare. I nostri prodotti, infatti, rappresentano quella creatività, tradizione, qualità e sicurezza alla base del Made in Italy e sono particolarmente apprezzati dai turisti stranieri. Proprio per questo, denuncia la Coldiretti, l’assenza di turismo italiano ed estero ha, in questo momento, un impatto pesantissimo sulla sopravvivenza di alcuni prodotti unici del territorio. Si tratta, precisa l’Associazione, di «un patrimonio da salvare che non ha solo un valore economico ma anche storico, culturale ed ambientale». Inoltre, aggiunge, «garantisce la sopravvivenza della popolazione anche nelle aree interne più isolate proprio nel momento in cui con il Covid pone l’esigenza di cambiare la distribuzione demografica della popolazione e ridurre la concentrazione nei grandi centri urbani».
L’impatto sull’economia
In base allo studio effettuato da Coldiretti su dati Bankitalia, si evidenzia come il crollo del turismo straniero in Italia ha causato un buco di circa 27 miliardi nelle spese dei viaggiatori dall’estero. Queste, nel 2020, sono crollate del 61 per cento rispetto all’anno precedente. Si tratta del punto più basso da almeno 20 anni. In sintesi, spiega la Coldiretti, «sei viaggiatori stranieri su dieci (59 per cento) hanno dovuto rinunciare a venire in Italia nel 2020 per un totale di 57 milioni di turisti bloccati alle frontiere dall’emergenza».
I prodotti a rischio
Un vero danno alla nostra economia se consideriamo il crollo delle spese in alimentazione, alloggi, trasporti, divertimento, shopping e souvenir. «Il cibo – spiega la Coldiretti – è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola». Il nostro Paese, a questa voce, può contare, infatti, su un vero e proprio tesoro. Si tratta di 1.578 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, più di 1.498 verdure fresche e lavorate, 809 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 503 formaggi, 291 prodotti gastronomici, 170 prodotti di origine animale fra miele e latticini, 166 preparazioni a base di pesci e molluschi, 164 fra birre, bevande analcoliche, distillati e liquori e 49 tipologie di burro e oli.
Questa grande varietà di prodotti è custodita in 5.498 piccoli borghi che, ricorda la Coldiretti, «con oltre la metà dell’intera superficie nazionale, hanno ampi margini di accoglienza residenziale in un paesaggio fortemente segnato dalle produzioni agricole, dalle dolci colline pettinate dai vigneti agli ulivi secolari, dai casali in pianura alle malghe di montagna, dai verdi pascoli ai terrazzamenti fioriti che raccontano per immagini la bellezza dell’Italia e la bontà dei suoi prodotti a tavola».
I dati delle Regioni
Analizzando la distribuzione di questa ricchezza sul territorio italiano, la Campania risulta al primo posto nella classifica delle Regioni con più specialità tipiche. Sono ben 552, davanti alla Toscana (461) e al Lazio (436). Subito fuori dal podio seguono Emilia-Romagna (398) e Veneto (380), davanti al Piemonte con 342 specialità e alla Liguria con 300.
Ognuno di questi prodotti, ricorda il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha «una storia, una cultura e una tradizione che è rimasta viva nel tempo ed esprime al meglio la realtà di ogni territorio». È necessario, aggiunge, «valorizzare questo patrimonio anche per aumentare la spinta propulsiva del Made in Italy sui mercati esteri».
Articolo aggiornato in data 15 Giugno 2022
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