Specie aliene, dal granchio blu alle formiche rosse: i danni

Da nord a sud della Penisola, l’arrivo nel nostro Paese di tanti animali portati nelle campagne dalla globalizzazione degli scambi e dai cambiamenti climatici ha messo a rischio coltivazioni ed ecosistemi con danni incalcolabili

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L’arrivo in Sicilia delle formiche rosse rischia di far salire il conto dei danni provocati in Italia dalle specie aliene che, tra granchio blu, cimice asiatica, cinipide del castagno, Xylella e company, causano danni per oltre un miliardo nei campi come nei mari distruggendo coltivazioni e allevamenti lungo la Penisola.

A lanciare l’allarme è la Coldiretti che fa riferimento, soprattutto, all’individuazione di 88 nidi di formica rossa (Solenopsis invicta) scoperti recentemente in Sicilia. Questo insetto, per la sua capacità di riprodursi, ha un importante impatto sugli ecosistemi naturali, sull’agricoltura e sull’uomo. 

Originaria del Sud America, le sue punture sono molto dolorose e possono causare anche gravi reazioni allergiche. La sensazione è quella di una bruciatura (da qui il “soprannome” formiche di fuoco). Inoltre,  questa specie può danneggiare anche coltivazioni da seme, ortaggi, gli apparati radicali di giovani piante e sono segnalati nei territori invasi anche problemi ai sistemi elettrici e di irrigazione, a causa dell’attività di scavo.

Specie aliene, non solo granchio blu 

Si tratta dell’ultimo sbarco di specie aliene avvenuto nella Penisola con il moltiplicarsi degli attacchi di animali, insetti e organismi portati nelle campagne dalla globalizzazione degli scambi e dai cambiamenti climatici  in Italia dove la classifica degli anni più roventi negli ultimi due secoli si concentra proprio nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine il 2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020. 

Anche il 2023 si classifica fino ad ora al terzo posto degli anni più caldi di sempre con una temperatura superiore di 0,65 gradi la media storica che lo classifica al terzo  posto tra le più alte mai registrate nel periodo dal 1800, quando sono iniziate le rilevazioni, secondo l’analisi della Coldiretti sui dati Isac Cnr nei primi otto mesi.

«Se il granchio blu proveniente delle coste Atlantiche dell’America sta cingendo d’assedio le coste italiane sterminando vongole veraci, cozze, uova, altri pesci e molluschi – sottolinea Coldiretti – la “cimice marmorata asiatica” arriva dalla Cina ed è particolarmente pericolosa per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all’anno con 300-400 esemplari alla volta che con le punture rovinano i frutti rendendoli inutilizzabili e compromettendo seriamente parte del raccolto».

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La situazione nel nord Italia

Il caldo, ricorda la Coldiretti, ha favorito anche la moltiplicazione degli insetti killer del bosco nell’arco alpino.  In queste zone è diffuso il Bostrico Tipografo, un coleottero che ama il clima arido ed asciutto ed è capace di infilarsi sotto la corteccia degli alberi scavando intricate gallerie che interrompono il flusso della linfa in particolare agli abeti rossi, ma anche al larice, l’abete bianco e il pino silvestre, uccidendoli nel giro di poche settimane. 

La Popillia japonica, coleottero giapponese, altamente polifago, infesta e distrugge i tappeti erbosi, defoglia i vigneti e piante da frutto ed ornamentali in parte del Piemonte e della Lombardia. 

A rischio la produzione di olio Evo

La Xylella è arrivata in Italia portata da piante tropicali giunte dall’America latina e fino a oggi ha contagiato oltre 21 milioni di piante, una strage di ulivi che ha lasciato un panorama spettrale, con oltre 8mila chilometri quadrati di territorio infettato pari al 40 per cento della regione Puglia secondo il monitoraggio della Coldiretti.

Questo evidenzia come il batterio killer avanzi con una media di 20 chilometri all’anno nell’ultimo decennio con un disastro ambientale ed economico per la perdita di 5mila posti di lavoro nella filiera dell’olio extravergine di oliva.

olive

Altre specie aliene, altri danni

E danni sta facendo anche la Drosophila suzukii il moscerino killer molto difficile da sconfiggere che ha attaccato ciliegie, mirtilli e uva dal Veneto alla Puglia. Le castagne hanno invece pagato un conto salatissimo per colpa, precisa la Coldiretti, del cinipide galligeno del castagno. Il Dryocosmus kuriphilus, proveniente dalla Cina che provoca nella pianta la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni contro il quale è stata avviata con successo una capillare guerra biologica attraverso lo sviluppo e accurata diffusione dell’insetto Torymus sinensis, che è un antagonista naturale, anche se ci vorrà ancora tempo per ottenere un adeguato contenimento.

Invece, la produzione Made in Italy di miele di acacia, castagno, di agrumi e mille fiori è minacciata da due insetti killer: il calabrone asiatico (Vespa velutina) e il coleottero africano (Aethina tumida). Entrambi mangiano e rovinano il miele, il polline e, soprattutto, la covata annientando la popolazione di api o costringendola ad abbandonare l’alveare.

C’è anche il punteruolo rosso Rhynchophorus ferrugineus originario dell’Asia che ha fatto strage di palme dopo essere comparso in Italia per la prima volta nel 2004 e da allora si è dimostrato un vero flagello che ha interessato il verde pubblico e privato in Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Liguria, Abruzzo e Molise.

La sfida ai cambiamenti climatici

«Con il cambiamento climatico sotto accusa è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo – denuncia il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini – che ha lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari». 

Secondo Prandini, tutta la situazione inerente le specie aliene è una conseguenza di «una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni».

Per contrastare i cambiamenti climatici e le nuove sfide che coinvolgono le imprese agricole, serve «un impegno delle Istituzioni per accompagnare innovazione dall’agricoltura 4.0 con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green no ogm», conclude il presidente di Coldiretti. 

Articolo aggiornato in data 15 Settembre 2023
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