Probabilmente, le tante ricette su cui gli italiani si sono cimentati soprattutto nel periodo del lockdown hanno lasciato il segno. Soprattutto se si parla di pasta, ormai una vera e propria passione.
Infatti, in quasi una famiglia su tre (circa il 29 per cento) c’è un forte ritorno del fai da te, con preparazioni di pasta fresca, semplice o ripiena. Una scelta dettata anche dagli aumenti delle bollette e dall’inflazione che hanno portato tagli come penne e spaghetti a un aumento di prezzo del 24,6 per cento a settembre 2022, rispetto allo stesso periodo del 2021.
Passione pasta, la riscoperta della genuinità
Questi dati, fanno parte di un’indagine realizzata da Coldiretti e diffusa in occasione del World Pasta Day che si celebra ogni anno il 25 ottobre. Come sottolinea l’associazione, il caro pasta scatenato dalla crisi energetica ha dato il via a un ritorno al passato. «Una tendenza – precisa la Coldiretti – confermata dal boom delle pubblicazioni dedicate, dalle chat su internet, dal successo delle trasmissioni televisive e dai corsi di cucina anche nei mercati e negli agriturismi di Campagna Amica».
Tagliatelle e tortellini, passando per lasagne e ravioli, i tagli più gettonati. E se in passato erano “i grandi” gli addetti alla pasta fatta in casa, oggi questa passione ha contagiato i più giovani. Complici anche i tanti programmi di cucina che imperversano ormai da qualche anno. Non è un caso, infatti, che la macchina impastatrice, nel 2021, sia entrata a far parte del paniere Istat per misurare il costo della vita. È in atto, quindi, spiega la Coldiretti, una «riscoperta della genuinità come valore. Il fatto in casa torna a valere di più del prodotto acquistato».

Tornano i grani antichi italiani
Questa nuova passione per la pasta ha portato anche più attenzione nell’acquisto delle materie prime. A cominciare dalle farine, magari riscoprendo quelle ricavate da antichi grani storici del nostro Paese, come il Senatore Cappelli, la Timilia, il Saragolla e altre varietà. E nel caso in cui non sia possibile recuperare il necessario per il fai da te, ecco che gli italiani prediligono sugli scaffali i prodotti che garantiscono al 100 per cento l’impiego di grano italiano. Questo ha portato nei primi cinque mesi del 2022 a una crescita del 14 per cento delle vendite di pasta da grano italiano.
«Per acquistare la vera pasta Made in Italy 100 per cento – precisa la Coldiretti – basta scegliere le confezioni che riportano le indicazioni “Paese di coltivazione del grano: Italia” e “Paese di molitura: Italia”». Qualità e sostegno all’economia nazionale si inseriscono, quindi, in un contesto che ha visto crescere esponenzialmente i costi di coltivazione di grano e altri cereali. I prezzi, infatti, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Crea, sono arrivati quasi a raddoppiare (+80 per cento) per via della crisi scatenata dalla guerra.
LEGGI ANCHE: Made in Italy a tavola, gli italiani amano le produzioni di casa
Produzione e consumo di pasta: i numeri
A testimonianza di una forte passione per la pasta, la Coldiretti ricorda che l’Italia rimane il Paese con il più elevato consumo di questo alimento. Un quantitativo di 23,5 chilogrammi a testa contro i 17 chili della Tunisia, seconda in questa speciale classifica seguita da Venezuela (15 kg), Grecia (12 kg), Cile (9,4 kg), Stati Uniti (8,8 kg), Argentina e Turchia a pari merito (8,7 kg). Dati che testimoniano come questo tipo di prodotto abbia estimatori ad ogni latitudine.
«In Italia si producono 3,6 milioni di tonnellate di pasta, pari a circa 1/4 di tutta quella mondiale – sottolinea Coldiretti –, con 200mila aziende agricole italiane impegnate a fornire grano duro di altissima qualità a una filiera che conta 360 imprese e circa 7500 addetti, per un valore complessivo di circa 5 miliardi di euro».
Passione per la pasta: cresce l’export
La passione per la pasta, però, non riguarda solo gli italiani. Si registra, infatti, un aumento record del +33 per cento dell’export. Un record storico per le vendite di pasta dall’Italia. A condividere la passione per la pasta sono in primis i tedeschi. In Germania si spende di più in assoluto e, solo nell’ultimo anno, si registra un incremento del + 31 per cento. Seguono gli Stati Uniti, che grazie anche al potere d’acquisto del dollaro nei confronti dell’euro hanno incrementato gli acquisti del + 45 per cento. Infine, al terzo posto, troviamo la Francia con un incremento del + 25 per cento.
Articolo aggiornato in data 25 Ottobre 2022
© Riproduzione riservata