Monitorare il turismo di domani. È con questo obiettivo che nasce l’Osservatorio turismo di Nomisma e Unicredit. Si occuperà di analizzare i comportamenti dei turisti italiani nel periodo pre e post estate 2020. Insomma, verificare quali sono stati gli effetti della pandemia e gli sviluppi futuri su un settore fondamentale per l’economia del nostro Paese. Il turismo, infatti, insieme al settore agroalimentare è uno dei punti di forza su cui puntare per la ripartenza.
E ad oggi le scelte dei turisti nell’organizzazione di un viaggio sono sempre più influenzate dal cambiamento delle abitudini e legate al territorio, alla cultura e alle tradizioni locali. Queste sono alcune delle indicazioni emerse dalle prime rilevazioni dell’Osservatorio turismo. Prevalgono nelle scelte le vacanze alla riscoperta dei borghi e in luoghi immersi nella natura.

Vacanze nel verde
Dai dati evidenziati si vede come per i turisti italiani in vacanza sia determinante poter fare lunghe passeggiate all’aria aperta (44 per cento), escursioni in bicicletta (18 per cento) o fare sport immersi nella natura (20 per cento). Anche l’offerta enogastronomica contribuisce a influenzare le scelte. Ben il 15 per cento ha fatto un tour enogastronomico, mentre il 10 per cento ha visitato aziende agricole o fattorie didattiche.
Le conseguenze della pandemia
Purtroppo però, il 2020 è stato un anno davvero tragico per il turismo. La pandemia ha influito a tal punto che, secondo dati dell’Osservatorio Nomisma, l’8 per cento degli operatori non riprenderà la sua attività neanche con l’allentamento delle restrizioni.
A influire sulle scelte di strutture e operatori sono una domanda troppo bassa (56 per cento) unita a costi di gestione elevati dovuti alle misure di sicurezza, come le sanificazioni, da attuare per via dell’emergenza sanitaria (11 per cento). Infine, un 7 per cento ha affermato di non aver potuto riaprire nel 2020 a causa di una crisi di liquidità.
Maggior flessibilità
Per il futuro è necessario, quindi, prevedere un’offerta ai clienti che tenga conto dell’esperienza appena vissuta. A cominciare dalla tecnologia, primo aspetto considerato dagli operatori. Dal wi-fi gratuito (31 per cento) alla possibilità di prenotare (28 per cento) e fare check-in e check-out online (15 per cento). Questo unito a una maggior flessibilità nelle politiche di cancellazione (38 per cento) fino a un’assicurazione sulle spese sanitarie (14 per cento).
Inoltre, sarà importante fornire ai clienti la possibilità di personalizzare il più possibile il proprio soggiorno con pacchetti viaggio su misura. O anche tener presente le nuove necessità e bisogni. Dall’installazione di impianti di panificazione dell’aria ad aree destinate al relax psico-fisico (44 per cento) o allo smart working (31 per cento). Infine, il ritorno alla normalità vedrà l’offerta turistica concentrarsi sulla promozione della cultura locale. Dai tour enogastronomici per presentare i prodotti del territorio (28 per cento) a menù che diano risalto alle materie prime a km0 (24 per cento).
L’analisi dell’Osservatorio evidenzia anche le richieste degli operatori turistici. Gli sforzi che le strutture dovranno intraprendere per la ripartenza, infatti, hanno dei costi di realizzazione. Per questo il 24 per cento degli intervistati ritiene fondamentale l’accesso a fondi e finanziamenti per riqualificare le strutture, mentre per un ulteriore 8 per cento chiede incentivi per l’efficientamento energetico.
Uno strumento per il futuro
Il lancio dell’Osservatorio turismo di Nomisma e Unicredit è stato salutato favorevolmente da Federturismo. La presidente Marina Lalli, infatti, lo considera «un utile strumento per monitorare i cambiamenti in atto nel settore». Dalla riscoperta dei piccoli borghi, al turismo outdoor e di prossimità fino al ripensare al tempo delle vacanze scegliendo di prenotare in periodi non convenzionali.
Tutte scelte, si legge in un comunicato di Federturismo, che «saranno la prima soluzione per il rilancio del settore in tempi di distanziamento sociale». Quello a cui andiamo incontro, aggiunge la presidente Lalli, «sarà un turismo di qualità, ecosostenibile, rispettoso dell’ambiente e accessibile. Una tendenza suggerita dal rischio al quale ci ha sottoposto la pandemia che però può diventare, grazie ad una consapevolezza diversa, un’occasione dalla quale ripartire per rivedere e costruire una nuova proposta turistica destagionalizzata e competitiva».
E conclude ricordando l’importanza di garantire a tutti i turisti un soggiorno sicuro. «Flessibilità, chiarezza, salute e sicurezza sono le parole d’ordine per il turismo di domani».
Articolo aggiornato in data 17 Febbraio 2023
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