Rilanciare il settore vitivinicolo e combattere l’Italian sounding. Questi due punti sono i cardini di Vinitaly Special Edition, con in prima fila la lotta al Prosek, imitazione croata del prosecco. Il salone speciale del Vinitaly, organizzato a Veronafiere dal 17 al 19 ottobre, è un segnale importante di ripartenza del mondo del vino, dopo il punto di rottura rappresentato dalla pandemia. I numeri, infatti, parlano di un settore che ha perso più di 3 miliardi di euro solo nel 2020, con un crollo medio dei fatturati del 15 per cento.
I punti per ripartire li indica Dino Scanavino, presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani: «Ora più che mai serve fare squadra, ragionare in ottica di sistema, creare una filiera organica, costruire alleanze sempre più strette con il settore fieristico per attrarre buyer esteri, puntare sulla promozione per competere sempre meglio sui mercati internazionali». Inoltre, nella lotta alla preservazione delle eccellenze italiane si inserisce la Coldiretti che a Vinitaly espone la “stanza degli orrori” con tutti i falsi scovati in vari continenti.

Lotta al Prosek, preservare gli spumanti italiani
Come ricorda Scanavino, insieme alla promozione, «l’export è strategico per il vino Made in Italy. Per questo tornare in presenza, dopo più di un anno, con un evento dedicato al wine business e ai B2B è fondamentale per sostenere il comparto e raggiungere l’obiettivo dei 7 miliardi di euro realizzati sui mercati esteri a fine 2021. Mantenendo intatto il secondo posto dell’Italia nella classifica globale dei maggiori Paesi esportatori, dopo la Francia, con una quota del 20 per cento sul totale del vino esportato nel mondo».
E a tenere alto il tricolore italiano nel mondo sono i suoi spumanti. Un valore di più di 2 miliardi pari a un quarto delle esportazioni nazionali. Il tutto, soprattutto grazie al Prosecco. Ecco, perché, sottolinea il presidente di Cia-Agricoltori è così importante la lotta al Prosek.«Pur essendo prodotti differenti, infatti, il nome del vino croato è troppo simile a quello delle bollicine italiane. Questo può trarre facilmente in inganno i consumatori di tutto il mondo, nuocendo seriamente ai nostri produttori. L’unico vero Prosecco è quello prodotto in Italia, e bisogna difenderlo a tutti i costi. Tanto più che un eventuale via libera al Prosek sarebbe un pericoloso precedente, andando a inficiare l’impianto di tutela della qualità Ue costruito con il sistema delle Dop e Igp».
Il più copiato nel mondo
E contro il vino croato arriva anche la Coldiretti. L’associazione, anche’essa presente a Vinitaly ha presentato una “stanza degli orrori” in cui ha esposto tutti i falsi vini italiani nel mondo. E a proposito del Prosek ricorda in una nota: «La registrazione della menzione tradizionale “Prošek” per un vino croato proposta dalla Commissione Ue è la punta dell’iceberg della guerra scatenata a livello mondiale da falsi in bottiglia che ogni anno sottraggono un miliardo di euro al vero vino Made in Italy con il Prosecco che è il più copiato del pianeta». Nel 2019, le Colline del Prosecco hanno ottenuto il riconoscimento di patrimonio dell’umanità Unesco e negli ultimi anni il prodotto ha registrato un forte incremento delle vendite. Le esportazioni hanno superato il miliardo di euro e l’aumento, nei primi sette mesi del 2021 è del 32 per cento.
Nel mondo, però, sono molteplici i falsi del made in Italy. Come il Bardolino argentino, sia bianco che rosso. E la lista prosegue dal Barbera bianco (si tratta di un vino tipicamente rosso) della Romania al Chianti californiano fino al Marsala prodotto in Sudamerica. Per quanto riguarda il Prosecco, invece, la Coldiretti presenta tra i falsi i tedeschi Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco, il Consecco e il Perisecco. E in commercio si trovano anche il Whitesecco austriaco, il Prosecco russo e il Crisecco della Moldova.

Lotta i falsi
Per quanto riguarda la lotta al Prosek, però, le speranze per il futuro sono positive. Come spiega la Coldiretti, infatti, «la richiesta per il Prosek è un precedente pericoloso che rischia anche di indebolire la stessa Ue nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare le denominazione dai falsi». Tuttavia, «ci sono le premesse per vincere questa battaglia in Europa grazie alla recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha dichiarato illegittimi proprio i nomi truffa che evocano in modo strumentale ed ingannevole prodotti a denominazione di origine riconosciuti e tutelati come la star delle bollicine italiane».
Una battaglia in cui si schiera in prima linea anche il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf). Il ministro Stefano Patuanelli, infatti, ha sottolineato che «il Mipaaf e tutto il Governo non possono permettere che vi siano elementi che vadano a incidere su un settore centrale della politica economica del Paese». E ha aggiunto, in merito alla lotta al Prosek ha sottolineato che «non si può istituzionalizzare l’Italian Sounding».
Articolo aggiornato in data 16 Giugno 2022
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