L’Asino d’Oro, riparte l’attività dopo la zona rossa nel Lazio

Il primo appuntamento è fissato per il 31 marzo e prevede una passeggiata guidata per Sant’Angelo, il Rione più piccolo di Roma. Il secondo appuntamento è fissato al quartiere Coppedè per il 2 aprile. Il calendario dell'associazione culturale è già fitto

Scoprire Roma sotto occhi diversi. Sicuramente più consapevoli. E’ quello che si propone di fare l’associazione culturale L’Asino d’Oro, una delle più famose e consolidate di Roma e dintorni. Tra passeggiate all’aperto e visite guidate in posti che mescolano storie e leggende. 

L’Asino d’Oro è pronto, di nuovo, ad accompagnare i romani e non per le strade della città. Si riparte perché il Lazio sta lasciando la zona rossa. Il primo appuntamento è fissato per il 31 marzo e prevede una passeggiata guidata per Sant’Angelo, il Rione più piccolo di Roma. Il secondo appuntamento è fissato al quartiere Coppedè per il 2 aprile. Il calendario dell’associazione culturale è già bello fitto. «Ripartiamo da Sant’Angelo perché si trova nel centro. E’ noto per il Ghetto ma ha delle parti intorno meno conosciute. E poi c’è Coppedè, lontano dai grandi circuiti, da Via del Corso o Piazza di Spagna. Di solito c’è meno gente e mai troppo folla», ci dice Federica Padovani, co-founder de L’Asino d’Oro.   

Fontana, primo pianto a Piazza Navona  

L’Asino d’Oro: la storia, i numeri e il nome     

L'Asino d'oro, il logo dell'associazione culturale
Il logo

L’Asino d’Oro inizia la sua attività nel 2013. L’associazione culturale – fondata a Roma da Federica Padovani, Ilaria Brera e Ghiath Rammo – ha raggiunto numeri importanti nel giro di pochi anni. «Dall’inizio fino a oggi, probabilmente, abbiamo accompagnato più di 6.000 romani e turisti per la città. Molti sono tornati più e più volte, anche perché i nostri prezzi sono abbordabili», continua Federica Padovani.  

Dato ufficiale del 2019, prima della pandemia: L’Asino d’Oro ha rilasciato 1500 tessere valide l’intero anno. Tra parentesi, per associarsi non è previsto un costo di attivazione. Singolare il nome scelto. Ma da dove nasce? «Volevamo un nome facilmente pronunciabile e che rimanesse impresso: L’Asino d’Oro è piaciuto a tutti. Ci siamo ispirati alla favola di Apuleio. Inoltre, l’asino è un animale tenace e testardo, non stupido, arriva dove non arriva il cavallo. Ancora: l’asino, di solito, è abbinato a chi non va bene a scuola, a me e agli altri piaceva l’idea di collegarlo al nome dell’associazione culturale».  

Passeggiate e visite in sicurezza  

La pandemia ha rallentato l’attività de L’Asino d’Oro, ma non è riuscita a piegarla. «Sì, è stato un anno complicato. Lo è stato per tutti noi che ci occupiamo di cultura. Ci siamo ritrovati in grosse difficoltà. Eppure, quando la legge ce lo ha permesso, la risposta è stata sempre più che positiva da parte dei romani».

«E’ cambiata la proposta dato che i musei sono stati aperti a singhiozzo. Roma ha la fortuna di essere immensa, ha un clima spettacolare e molte chiese sono rimaste aperte. Con noi de L’Asino d’Oro si fa qualcosa di bello e in totale sicurezza. Infatti, usiamo gli auricolari per il distanziamento. E c’è sempre un numero massimo di persone che accompagniamo alla scoperta dei luoghi più belli della città», chiude Federica Padovani.    

Articolo aggiornato in data 29 Marzo 2021
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