IT alert, cosa è e come funziona 

Nel caso in cui si stia per verificare o sia in corso un’emergenza, il servizio invierà un messaggio di testo a tutti i telefoni cellulari presenti e attivi nell’area geografica a rischio

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È partita la sperimentazione del servizio IT alert di allarme pubblico con i primi test che da fine giugno prenderanno il via in cinque regioni d’Italia. Le verifiche su tutto il territorio nazionale proseguiranno nel corso di tutto il 2023. Tutta la fase sperimentale terminerà il prossimo febbraio 2024.

Questa prima fase consisterà semplicemente nell’invio di un “messaggio di test”.  L’obiettivo è quello di far conoscere il nuovo strumento e di divulgare il relativo sito web con tutte le informazioni in merito al nuovo servizio della Protezione Civile. Vediamo quindi in dettaglio di cosa si tratta.

IT alert, in cosa consiste il servizio

IT alert è il nuovo sistema nazionale di allarme pubblico per informare direttamente la popolazione in caso di emergenze imminenti o in corso. Il servizio consentirà di raggiungere chiunque si trovi nella zona interessata dall’emergenza o dall’evento calamitoso, purché abbia il telefono acceso e connesso alla rete di telefonia mobile, fornendo informazioni sulla situazione di pericolo reale o potenziale.

Nel caso in cui si stia per verificare o sia in corso un’emergenza, IT alert invierà un messaggio di testo a tutti i telefoni cellulari presenti e attivi nell’area geografica a rischio. Al messaggio è associato un segnale sonoro diverso da quello delle classiche notifiche. 

Grazie alla tecnologia cell-broadcast,  i messaggi IT alert possono essere inviati a un gruppo di celle telefoniche geograficamente vicine, capaci di delimitare un’area il più possibile corrispondente a quella interessata dall’emergenza. Il cell-broadcast funziona anche in casi di campo limitato o di saturazione della banda telefonica. 

it alert, un messaggio di avviso
Un messaggio di test del servizio di It alert

I limiti della tecnologia 

Tuttavia, la tecnologia cell-broadcast presenta anche diversi limiti. Ad esempio, è possibile che un messaggio indirizzato a un’area possa raggiungere anche utenti che si trovano al di fuori dell’area stessa (overshooting). Oppure, può accadere che in aree senza copertura il messaggio non venga recapitato. 

Inoltre, i dispositivi non ricevono i messaggi IT alert se sono spenti o privi di campo e potrebbero non suonare se la suoneria è impostata in modalità silenziosa. In alcuni casi l’utilizzo di una vecchia versione del sistema operativo può comportare problemi nella ricezione dei messaggi IT alert. 

In quali casi interverrà?

Come previsto dalla Direttiva UE 2018/1972 per i sistemi di allarme pubblico e dal Codice delle comunicazioni elettroniche italiano, il servizio verrà attivato in caso di gravi emergenze o di eventi catastrofici imminenti o in corso. 

Nel nostro Paese, al momento, la Direttiva del 7 febbraio 2023 del Ministro della protezione civile e delle politiche del mare prevede, nell’ambito delle competenze del Servizio nazionale della protezione civile, sei casi per i quali potrà essere impiegato una volta terminata la sperimentazione: 

  • maremoto generato da un sisma;
  • collasso di una grande diga;
  • attività vulcanica, relativamente ai vulcani Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli;
  •  incidenti nucleari o situazione di emergenza radiologica;
  • incidenti rilevanti in stabilimenti soggetti al decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105 (Direttiva Seveso);
  • precipitazioni intense. 

La sperimentazione di IT alert

I primi test del sistema IT alert di allarme pubblico, hanno riguardato l’implementazione tecnologica, l’invio e la ricezione dei messaggi in vari formati e l’analisi dei primi feedback. Sono stati condotti in occasione delle esercitazioni di protezione civile “Vulcano 2022” e “Sisma dello Stretto 2022”, rispettivamente ad aprile e novembre dello scorso anno. 

Da fine giugno, invece, in raccordo tra Dipartimento della Protezione Civile, Regioni coinvolte, Commissione protezione civile della Conferenza delle Regioni e Province Autonome, Anci, verranno svolti i primi test regionali di invio del messaggio. Ecco le regioni e i giorni in cui partirà la sperimentazione:

  • 28 giugno Toscana;
  • 30 giugno Sardegna;
  • 5 luglio Sicilia;
  • 7 luglio Calabria;
  • 10 luglio Emilia-Romagna.

Entro la fine del 2023 verranno effettuati i test nelle altre Regioni e nelle Province Autonome di Bolzano e Trento. L’attuale fase di sperimentazione è finalizzata a integrare le modalità di informazione e comunicazione già previste dalla normativa vigente con il sistema IT-alert. I test permetteranno di far conoscere IT alert come nuovo sistema di allarme pubblico che, in caso di gravi emergenze e catastrofi imminenti, potrebbe raggiungere i territori interessati. 

Questionario e faq

Sul sito www.it-alert.it sarà possibile compilare un questionario indicando se il messaggio sia stato ricevuto o meno: il riscontro da parte della popolazione interessata dai test contribuirà a individuare le eventuali criticità da risolvere e a migliorare il sistema.

Inoltre, sullo stesso sito è presente una pagina dedicata alle domande più frequenti (faq) per rispondere a tutti gli eventuali dubbi degli utenti sulle modalità e il funzionamento del servizio. 

Attenzione alle fake news

Come avviene spesso in questi casi, anche il servizio di IT alert è stato ed è oggetto di fake news che circolano in rete. Tra queste, ad esempio, si parla di un’iniziativa dell’Unione europea volta a tracciare gli utenti senza il loro consenso. 

Ovviamente, queste informazioni hanno l’unico obiettivo di mettere dubbi negli utenti verso un servizio della Protezione civile che ha l’unico fine di prevenire incidenti in caso di emergenza. 

Articolo aggiornato in data 26 Giugno 2023
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