La fine dell’estate porta brutte notizie per le tasche degli italiani. Dopo gli aumenti del precedente trimestre, anche per l’autunno sono in arrivo nuovi rincari nelle bollette dell’energia elettrica. Una notizia confermata anche dal ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Come riporta l’Adnkronos, durante un evento della Cgil a Genova, il ministro ha affermato che se «lo scorso trimestre la bolletta elettrica è aumentata del 20 per cento, questo trimestre aumenta del 40 per cento».
I rincari potrebbero arrivare intorno ai 500 euro l’anno. Questo effetto dell’aumento delle tariffe, quindi, porterà la spesa per luce e gas a carico delle famiglie italiane sui 1820 euro annui. Dati che emergono da un comunicato della Coldiretti a commento delle dichiarazioni del ministro Cingolani.
Energia elettrica, i rincari colpiscono famiglie e imprese
Come riporta l’associazione nella sua analisi effettuata su dati Istat, «la spesa media annuale per energia elettrica e gas e altri combustibili delle famiglie italiane è stata infatti pari a 1320 euro nel 2020». Un aumento, spiega la Coldiretti, che colpisce non soltanto i cittadini che vedono ridursi il loro potere d’acquisto, ma anche le imprese che devono far fronte a spese maggiori.
Infatti, «con l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio, ai rincari dei costi di produzione si aggiungono quelli del trasporto in un Paese come l’Italia dove l’85 per cento delle merci viaggia su strada con l’aumento dei prezzi dei carburanti che ha un effetto valanga sulla spesa». Inoltre, aggiunge l’associazione, il rincaro dei prezzi va a influire anche sul sistema agroalimentare. In questo caso i costi della logistica incidono fino al 35 per cento su prodotti freschi di frutta e verdura.
Il gap con l’Europa
A penalizzare il nostro Paese, denuncia la Coldiretti, è anche la carenza di infrastrutture per il trasporto merci. Questa, in certi casi, quasi totale assenza, costa all’Italia più di 13 miliardi di euro e crea un gap con gli altri Paesi dell’Unione europea. A questo proposito l’associazione ha elaborato un’analisi su dati del Centro studi Divulga. «In Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro/km, più alto di nazioni come la Francia (1.08 euro/km) e la Germania (1.04 euro/ km). Ed è addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est: in Lettonia il costo dell’autotrasporto è di 0,60 euro/km, in Romania 0.64 euro/km; in Lituania 0,65 euro/km, in Polonia 0.70 euro/km».
Una spesa superiore dell’11 per cento rispetto alla media europea che ostacola settori come quello agroalimentare, «punta di eccellenza dell’export Made in Italy». Per ovviare a questa situazione, una soluzione potrebbe arrivare dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) finanziato col Recovery Fund. Come spiega il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, questo «può essere determinante per agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese e anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo».
Articolo aggiornato in data 14 Settembre 2021
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