Cambia la preoccupazione degli italiani nei confronti del Coronavirus Covid-19. Allo stesso tempo, si modifica la percentuale di chi considera la probabilità di venire contagiato dal virus. È quanto emerge da un’indagine realizzata dall’Istituto Swg. Questi sondaggi, realizzati periodicamente dall’inizio della pandemia, esaminano in che modo si modificano comportamenti e atteggiamenti di individui e consumatori.
Gli ultimi dati diffusi dalla Protezione Civile vedono 13459 persone attualmente positive al virus (ieri erano 13595). Sono 229 i nuovi positivi al Coronavirus, di cui 119 in Lombardia. Un trend sostanzialmente stabile che vede scendere il numero dei decessi, passati da 15 a 12 (in totale sono 34926). Continua a salire il numero dei guariti arrivato a 193978. Allo stesso tempo il peso sulle strutture sanitarie è ben diverso rispetto a marzo, quando è iniziato il lockdown. Si svuotano le terapie intensive (in 14 regioni il numero è 0) e in totale, il numero dei ricoverati più gravi è di 69 in tutta Italia. Sono 871 i ricoverati con sintomi e 12519 i pazienti in isolamento domiciliare.

Qual è la preoccupazione sull’epidemia di Coronavirus?
Numeri, quindi, sicuramente positivi se confrontati con quelli di poco tempo fa, quando negli ospedali, soprattutto del nord, regnava una vera e propria emergenza. Tuttavia, questo non significa, come detto a più riprese dai medici e dal governo, un liberi tutti. Semmai, la possibilità di riprendere le proprie attività continuando ad avere un atteggiamento accorto. Dalle misure di distanziamento sociali, all’utilizzo di dispositivi come le mascherine, dove il distanziamento non è possibile e nei luoghi chiusi.
Gli italiani, però, vivono una situazione di incertezza. Soprattutto a causa della possibilità dello scoppio di focolai che portino a nuove restrizioni o a zone rosse in ambito locale. In base alle risposte date da un campione rappresentativo di 800 individui, l’Istituto Swg ha riscontrato come l’80 per cento sia molto (19 per cento) o abbastanza (71 per cento) preoccupato per la diffusione del Covid-19. Allo stesso tempo il 56 per cento ritiene poco (30 per cento) o per nulla (26 per cento) probabile di venire in contatto col virus.

Come cambieranno le abitudini in autunno?
Inoltre, i componenti del campione sono stati interpellati su come potrebbe modificarsi la vita dei cittadini nei prossimi mesi. Il 33 per cento ritiene che il virus sarà debellato in alcune zone d’Italia che potranno, quindi, tornare alla normalità, mentre negli altri territori continueranno ad esserci divieti e limitazioni. Riguardo a una seconda ondata del Coronavirus Covid-19, il 32 per cento la considera possibile e di conseguenza vede per il futuro un inasprimento delle limitazioni. Il 23 per cento degli intervistati, invece, non è preoccupato di un’aggravarsi della situazione, ma ritiene che gli accorgimenti che le persone stanno attuando in questo periodo continueranno. Infine, solo il 12 per cento pensa a uno scenario dove il Covid-19 sarà debellato e tutto tornerà alla normalità.
Articolo aggiornato in data 14 Giugno 2022
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