Assunzioni, a settembre previsti oltre 526mila posti di lavoro

Prende velocità la domanda di lavoro sostenuta dal buon andamento dell’economia italiana. Aumentano le richieste delle aziende, con le imprese che per determinate figure riscontrano difficoltà di reperimento nel 36,4 per cento dei casi

Sono oltre 526mila i lavoratori ricercati dalle imprese per il mese di settembre, circa 91mila in più (+ 20,9 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2019; nel trimestre settembre-novembre le imprese hanno in programma assunzioni per 1,5 milioni di lavoratori (+ 23,5 per cento rispetto all’analogo trimestre 2019). 

Prende velocità la domanda di lavoro sostenuta dal buon andamento dell’economia italiana, sebbene a livello mondiale stiano emergendo crescenti tensioni per il costo dell’energia e di altre materie prime. A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal. 

assunzioni, industria

Assunzioni, i numeri nel dettaglio

L’industria programma per il mese di settembre 156mila entrate che salgono a 436mila nel trimestre settembre-novembre, in crescita rispettivamente del 24,8 per cento e del 29,1 per cento rispetto al 2019. Si consolida la ripresa del manifatturiero con 114mila entrate nel mese e 317mila nel trimestre (rispettivamente + 31,7 per cento e +34,9 per cento rispetto agli stessi periodi del 2019). A guidare, le industrie della meccatronica che ricercano 31mila lavoratori nel mese e 87mila nel trimestre, seguite dalle industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (27mila nel mese e 75mila nel trimestre) e da quelle tessili, dell’abbigliamento e calzature (16mila nel mese e 45mila nel trimestre). Elevata anche la domanda di lavoro proveniente dal comparto delle costruzioni: 42mila le assunzioni programmate nel mese (+ 9,3 per cento rispetto a settembre 2019) e 118mila nel trimestre (+ 15,7 per cento rispetto al trimestre 2019).

Sono invece 370mila i contratti di lavoro offerti dal settore dei servizi nel mese in corso (+ 19,3 per cento su settembre 2019) e oltre 1 milione quelli previsti per il trimestre (+ 21,2 per cento sul trimestre 2019). Le maggiori opportunità di lavoro sono offerte dal comparto del commercio (87mila entrate programmate nel mese e 279mila nel trimestre), da quello dei servizi alle persone[2] (84mila nel mese e 188mila nel trimestre) e dai servizi di alloggio, ristorazione e servizi turistici (73mila nel mese e 192mila nel trimestre).

Quali sono le figure più richieste?

Si attesta complessivamente al 36,4 per cento la quota di assunzioni per cui le imprese dichiarano difficoltà di reperimento (5,5 punti percentuali in più rispetto a settembre 2019), che sale al 51,6 per cento per gli operai specializzati, al 48,4 per cento per i dirigenti, al 41,4 per cento per le professioni tecniche e al 37,7 per cento per le professioni intellettuali e scientifiche. Le figure di più difficile reperimento sono fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria metallica (66,2 per cento), fabbri ferrai, costruttori di utensili e assimilati (65,8 per cento), artigiani e operai specializzati del tessile e dell’abbigliamento (65,5 per cento).

Difficili da reperire anche i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (59,2 per cento), i tecnici della distribuzione commerciale (58,7 per cento) e quelli della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (57,1 per cento) così come gli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali (57,2 per cento) e gli ingegneri (47,8 per cento). Per i laureati nei vari indirizzi di ingegneria e per quelli nelle discipline medico-sanitarie quasi la metà delle assunzioni previste dalle imprese sono di difficile reperimento; una quota analoga (48,3 per cento) riguarda i diplomati nell’indirizzo meccanica, meccatronica ed energia, mentre supera il 50 per cento la difficoltà a trovare qualificati negli indirizzi edile e meccanico (53,6 per cento per entrambi).

Divisione territoriale

A incontrare le maggiori difficoltà di reperimento sono le imprese delle regioni del Nord est (sono difficili da reperire il 41,5 per cento delle figure ricercate), seguite da quelle del Nord Ovest (36,3 per cento), Centro (34 per cento) e Sud e Isole (33,2 per cento).

La domanda di lavoro appare trainata prevalentemente dai contratti a tempo determinato con 275mila unità, pari al 52,3% delle entrate programmate. Seguono i contratti a tempo indeterminato (109mila), i contratti di somministrazione (49mila), gli altri contratti alle dipendenze (37mila), i contratti di apprendistato (28mila), gli altri contratti alle dipendenze (18mila) e i contratti di collaborazione (10mila).

Articolo aggiornato in data 17 Settembre 2021
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